Alessandro Di Battista: «Io non sono un moderato, moderati si muore»

26/09/2017 di Redazione

«Io non sono un moderato, moderati si muore. Sapete qual è la frase che più non sopporto quando un sindaco viene eletto? ‘Sarò il sindaco di tutti’. Ma quando mai! Il Movimento non deve essere il Movimento di tutti, ci sono persone che non devono entrare nel Movimento, ci sono cittadini che non devono votarci. Io non li voglio i voti degli approfittatori, dei complici del sistema, di chi sa solo lamentarsi». Cosi’ il deputato M5S Alessandro Di Battista su Facebook dove ha postato il discorso che avrebbe dovuto pronunciare a Rimini.


 

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Confortante che faccia l’esatto contrario di quello che afferma Di Maio. Il candidato in pectore del MoVimento qualche giorno fa affermò: «Noi siamo l’unico argine agli estremismi nell’Unione Europea». Più moderato, no? Ecco il contesto in cui Dibba ha espresso il suo concetto sui moderati. E in cui fa un incoraggiamento a Di Maio.

Ci lasciamo distrarre con una facilità davvero disarmante. E chi si lascia distrarre si lascia dividere. Sapete cosa significa “distrarre”, significa tirare, spingere in parti diverse. Questo provano a fare perché uniti li possiamo destituire, divisi continueranno a comandarci. Dobbiamo avere chiaro in testa tutto questo, è molto importante. Per questo tirano fuori ancora il fascismo, nel 2017, si dedicano e cercano di costringerci a dedicarci non ai fascismi attuali, ma a quelli passati, morti e sepolti. Perché lo fanno? Perché il Popolo va distratto…guai che si accorga dei nemici reali. Il fascismo di oggi è il primato della finanza sulla politica, è il pensiero dominante che uccide ogni pensiero autonomo. Questi sono i miei nemici e proverò a contrastarli con tutta l’energia che ho in corpo. Oggi qualcuno si dedica ad abbattere i retaggi dei regimi e dei totalitarismi passati perché ha il terrore che i cittadini si dedichino ad abbattere i regimi e i totalitarismi presenti.
Io non sono un moderato, moderati si muore.
Sapete qual è la frase che più non sopporto quando un sindaco viene eletto: “sarò il sindaco di tutti”. Ma quando mai! Il Movimento non deve essere il movimento di tutti, ci sono persone che non devono entrare nel Movimento, ci sono cittadini che non devono votarci. Io non li voglio i voti degli approfittatori, dei complici del sistema, di si sa solo lamentarsi. Questo non ci porterà al governo? A parte non ci credo affatto, anzi, considero l’intransigenza un valore e la sola strada per arrivare a governare il Paese. Tuttavia credo, e ve lo dico dichiarandovi che mi spenderò al massimo per vincere le prossime elezioni, che andare al governo non è il fine del movimento, ma un mezzo per ottenere l’unico nostro obiettivo: cambiare radicalmente questa società. Io ho fiducia in Luigi, anche lui si è caricato con un’abnegazione quasi commovente, il Movimento sulle sue spalle. E va sostenuto, oggi come mai.

(foto ANSA/ANGELO CARCONI)

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