Obama e Zuckerberg invitano il 14enne scambiato per un terrorista a scuola

17/09/2015 di Redazione

Avevate mai immaginato che il presidente Barack Obama potesse un giorno chiedere ad un presunto terrorista di fargli visita alla Casa Bianca? Oppure: avevate mai immaginato che il fondatore e ceo di Facebook Mark Zuckerberg potesse proporre ad un presunto pericoloso attentatore di incontrarlo a Menlo Park? Probabilmente no. Anzi, certamente no. Ma è proprio quello che, per uno strano scherzo del destino, potrebbe accadere nei prossimi giorni o nelle prossime settimane.

 

ahmed mohamed

 

 

State tranquilli, però. Non si tratta né di uno jihadista dello Stato Islamico o della rete al Nusra. Obama e Zuckerberg hanno invitato Ahmed Mohamed, un ragazzo di 14 anni arrestato dopo che a scuola uno dei suoi insegnanti ha scambiato per una bomba un orologio digitale da lui fabbricato. Ahmed aveva realizzato il dispositivo elettronico proprio per mostrarlo ai professori, ma invece di guadagnarsi i complimenti dei docenti, è finito per essere ammanettato dalla polizia di Irving. L’incredibile vicenda ha immediatamente fatto il giro del mondo e il presidente degli Stati Uniti non ha esitato a schierarsi in difesa del giovane.  

You’ve probably seen the story about Ahmed, the 14 year old student in Texas who built a clock and was arrested when he…

Posted by Mark Zuckerberg on Mercoledì 16 settembre 2015

 

«Mitico questo orologio, Ahmed. Vuoi portarlo alla Casa Bianca?», ha scritto Obama su Twitter in un messaggio ritwittato da oltre 300mila persone. E ancora: «Dobbiamo ispirare più ragazzi come te ad apprezzare la scienza. È questo che rende grande l’America», ha aggiunto il presidente. Obama ha dunque invitato il giovane alla Casa Bianca, per la notte dell’astronomia, il mese prossimo. «Un ragazzino di 14 anni – ha poi precisato Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca – non dovrebbe essere arrestato solo per aver portato un orologio a scuola. Alcuni dei suoi professori hanno fallito con lui».

 

 

Su Twitter intanto ieri è diventato virale l’hashtag #IStandWithAhmed. Poi è arrivato anche l’invito di Zuckerberg. «Il futuro appartiene a persone come Ahmed. Se vuoi venire a Facebook, mi piacerebbe conoscerti. Continua a costruire», ha scritto il fondatore di Facebook sul social network. Quella del 14enne presunto terrorista è dunque una brutta vicenda che si è risolta con un lieto fine. Ma che non può non riaccende i riflettori sui pregiudizi che in molti in Occidente, in questo caso in America, dimostrano di avere nei confronti persone di fede islamica. Diversi osservatori sostengono che euqllo di Ahmed sia un caso di islamofobia. Ne è convinto il padre del ragazzo, Mohamed Elhassan, immigrato dal Sudan. «Siccome si chiama Mohamed ed è appena trascorso un altro 11 settembre è stato maltrattato», ha dichiarato ad un giornale locale.

(Foto di: Ben Torres / Getty Images)

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