Sempre connessi e sempre su Whatsapp: ecco com’è essere adolescenti nel 2014

Essere sempre connessi con i loro amici e con i compagni di classe. È questa la priorità degli adolescenti italiani di oggi, che utilizzano i social network per comunicare con il proprio “gruppo”. Come? Principalmente attraverso WhatsApp e Facebook, utilizzati rispettivamente dal 89,8% e 82,3% dei ragazzi. È quanto emerge dal rapporto condotto da SOS Telefono Azzurro Onlus e Doxa Kids, che hanno intervistato oltre 1500 adolescenti e preadolescenti italiani tra gli 11 e i 19 anni.

Foto: Mario Tama/Getty Images News
Foto: Mario Tama/Getty Images News

L’ADOLESCENZA AI TEMPI DI FACEBOOK – Lo studio, presentato ieri a Roma, si chiama “Osservatorio Adolescenti: pensieri, emozioni e comportamenti dei ragazzi di oggi” e l’obiettivo principale non era solo quello di sondare il rapporto che gli adolescenti hanno con Internet ma, piuttosto, di scattare una fotografia “col grandangolo” per cercare di capire cosa significhi essere adolescenti nel 2014, tra scuola, sport, tempo libero, rapporti con i coetanei e con gli adulti e nuove tecnologie. Significa, sopratutto, sentire il pressante bisogno “di essere visti” – un tratto che da sempre accomuna chi attraversa la delicata fase adolescenziale ma che oggi è amplificato e condizionato dai social network. Così, almeno un ragazzino su 4, indipendentemente dal sesso, ha dichiarato di scattarsi almeno un selfie al giorno e l’85% dei fan dell’autoscatto poi ne condivide almeno uno su qualche piattaforma fotografica, come Instagram o Snapchat. Prima di condividere e aspettare i Like degli amici, però, un ragazzo su 2 ha ammesso di “migliorare” la foto ricorrendo a qualche applicazione per il fotoritocco. (Non sempre, però, sembra bastare qualche click per piacersi: il 44% delle ragazze intervistate ha ammesso di non piacersi: il 42% vorrebbe essere “più magra”, il 35% “più bella” e il 5% ha dichiarato di aver considerato la possibilità di ricorrente a un intervento di chirurgia estetica).

SEMPRE CONNESSI – Essere adolescenti nel 2014 significa essere sempre connessi: “always on”: per ascoltare musica o radio (61%), per guardare video (60,2%), per fare ricerche per la scuola e i compiti (58,3%) per curiosare e navigare nel web (57,3%), per fare acquisti (22%), comprando online giochi (34,6% dei ragazzi), accessori di moda (22,3% delle ragazze), ma anche libri (17,6% delle ragazze). Tutto questo però, viene sempre dopo la necessità di mantenersi in contatto con amici e amiche.

COMPORTAMENTI A RISCHIO – Ma questo essere “sempre connessi” può tradursi in comportamenti a rischio e i ragazzi di oggi ne sono consapevoli: l’80,3% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di sapere cosa sia il cyberbullismo, 2 su 3 (39,2%) conoscono qualcuno che ne è stato vittima, uno su 10 ne è stato vittima. Tuttavia, forse a causa della loro condizione di “nativi digitali”, gli adolescenti sembrano essere meno consapevoli di altri tipi di rischio: nonostante l’età minima per iscriversi a Facebook sia 13 anni, l’85% degli intervistati ha detto di conoscere qualcuno che ha aperto un profilo pur non avendo l’età necessaria per farlo. Uno su 5 ha il profilo totalmente aperto, anche se il 63,6% ha ammesso di essere preoccupato per un possibile utilizzo “diverso” che qualcuno può fare dei propri dati.

 

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SCUOLA E GENITORI – E il rapporto con gli adulti e la scuola? Gli adolescenti italiani sono piuttosto critici nei confronti della scuola: più sport, più tecnologia, più musica, arte e cultura, più attenzione alle emozioni e,specialmente tra i più grandicelli, più contatto con il mondo del lavoro e più preparazione: ecco cosa vorrebbero dalla scuola i ragazzi di oggi, desiderosi di apprendere e di sfruttare con responsabilità tutte le occasioni. E, una volta fuori da scuola, c’è la famiglia. Facebook non ha cambiato il delicato equilibro che si instaura tra un ragazzo e i genitori negli anni dell’adolescenza. Si legge nel rapporto finale dello studio “Osservatorio Adolescenti”:

Per quasi 1 adolescente su 2 (48,2%) i genitori sono una presenza confortante e oltre il 65% dei ragazzi intervistati li considera persone di cui potersi fidare e con cui condividere vissuti ed esperienze. Tra le persone di cui si fidano di più, infatti, i ragazzi indicano quasi a pari merito i genitori (44,8%) – con una preferenza per le mamme rispetto ai papà (30% vs 16%) – e gli amici (45,7%). La riservatezza resta comunque un “must” dell’adolescenza – quasi 1 ragazzo su 5 (19,7%) afferma che i genitori non conoscono tutto quello che il figlio fa – così come la richiesta di maggiore libertà e autonomia, unita ad un vissuto di insofferenza davanti a tutto ciò che viene percepito come “limite” e “invadenza”: più di 1 adolescente su 4 (26,4%) ritiene che i suoi genitori dovrebbero fidarsi di più di lui/lei ed il 24% degli 11-14enni vorrebbe che i genitori concedessero loro maggiore libertà.

 

(Photocredit copertina: NICOLAS ASFOURI/AFP/Getty Images)

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