L’Accademia della Crusca dà ragione alla Boldrini: «È giusto dire “ministra”»

Dopo Petaloso, l’Accademia della Crusca torna a far parlare di sé. In occasione della Festa della Donna, gli esperti della lingua italiana sono tornati sull’annosa questione della declinazione al femminile dei sostantivi che indicano ruoli istituzionali o professioni particolari, convenzionalmente utilizzati al maschile. Una questione tanto cara al presidente (anzi, alla presidente) della Camera Laura Boldrini, che ha ricevuto dall’Accademia della Crusca la “benedizione” su termini come “ministra” o “chirurga”.

È GIUSTO DIRE MINISTRA O CHIRURGA

La questione è riportata anche da Alessandra Longo sull’edizione di Repubblica in edicola oggi:

Anche la Crusca prende posizione. Al dibattito organizzato dall’Intergruppo parlamentare sulla questione di genere, la presidente emerita dell’Accademia linguistica, Nicoletta Maraschio, fornisce l’assist scientifico alla Boldrini: «Se è corretto dire la maestra e il maestra, l’operaia e l’operaio, sono corretti, sotto il profilo grammaticale e sociologico, anche l’architetta, l’avvocata o l’avvocatessa». Fine delle discussioni e, sopratutto, dei sarcasmi. Diciamo cliccare, taggare, ce la faremo a pronunciare magistrata? Questione non soltanto formale: «Declinare al femminile è riconoscere la sostanza, la storia delle donne».

(Photocredit copertina: GIUSEPPE LAMI/ANSA)

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