Charlie Chaplin: a cento anni dal primo film

Nel febbraio del 1914 usciva al cinema Per guadagnarsi la vita, un cortometraggio muto che segnava l’esordio cinematografico di Charlie Chaplin, qui nel ruolo di un aspirante giornalista. Nasceva così il mito di Charlot, un mito che, con quella prima apparizione a pochi mesi dallo scoppio della Grande Guerra, oggi compie cento anni.

charlie chaplin (8)

CHARLIE CHAPLIN, NASCITA DI UN MITO – Subito dopo Charlot giornalista, Chaplin filmò un contratto del valore di 750.000 dollari contratto che, facendo un confronto con i cachet hollywoodiani di oggi, fa di lui l’artista più pagato del mondo. Nel giro di un anno, racconta l’Huffington Post spagnolo, Chaplin girò 12 cortometraggi, praticamente uno al mese. Un periodo che anni dopo l’attore britannico ricorderà come il più faticoso ma anche il più felice della sua vita.

Guarda le foto:

CHARLIE CHAPLIN, DA MONELLO A «GRANDE DITTATORE» – Charlot giornalista dura poco meno di nove minuti, ma le gag di Chaplin e la sua profonda comicità sono già inconfondibili e sarebbero entrare indelebilmente nel cuore degli spettatori di tutto il mondo, associando alla sua figura il concetto stesso di cinema:

Guarda il primo cortometraggio di Charlie Chaplin:

CHARLIE CHAPLIN, LA NASCITA DELLA UNITED ARTISTS – Da quel febbraio del 1914 la stella di Charlot cominciò a brillare e cinque anni più tardi, nel 1919, fonderà insieme ad alcuni colleghi la United Artists Corporation, celeberrima casa di produzione che firmò tutti i suoi film, a partire dall’indimenticabile Il Monello:

 

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CHARLIE CHAPLIN, L’IRONIA CONTRO LE DITTATURE – Seguiranno poi capolavori come Tempi Moderni e Il grande dittatore, che si prende gioco dei regimi che proprio durante gli anni Trenta e Quaranta portarono la guerra in Europa. Celeberrima la scena del mappamondo, per la quale Chaplin trasse ispirazione da una scena girata precedentemente da Douglas Fairbanks:

 

Qui la scena girata da Fairbanks:

CHARLIE CHAPLIN, IL PERFEZIONISTA – Di Chaplin è noto in tutto il mondo il suo perfezionismo: numerosi testimoni raccontano che la famosa «scena della scarpa» ne La febbre dell’oro fu girata decine di volte prima che lui ne fosse pienamente soddisfatto:

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