Festa della donna: 8 film per l’8 marzo 2016

8 MARZO, 8 FILM PER LA GIORNATA (O FESTA) INTERNAZIONALE DELLA DONNA

La Giornata internazionale della Donna dell’8 marzo (detta anche Festa della donna) è una ricorrenza amata ma anche molto discussa. Le mimose, le serate per sole donne, la vera natura di una festività che ricorda però, secondo una vulgata mai verificata, una tragedia del lavoro, una presunta strage di donne in una fabbrica, durante l’orario di lavoro, alla fabbrica Cotton (mai esistita, pare) nel 1908, o in una manifestazione repressa dalle forze dell’ordine nel 1857. Queste sulla festa della donna si sono rivelate bufale, però. Diverse femministe però hanno cercato riscontri di entrambi gli eventi, senza trovare altro in merito se non l’incendio della fabbrica Triangle in cui 126 donne e 23 uomini morirono in un rogo spaventoso (ed evitabile), avvenimento a cui la regista Costanza Quatriglio ha dedicato un bellissimo film, Triangle appunto, vincitore del Nastro d’Argento nella categoria cinema del reale e del premio Cipputi a Torino: l’opera mette in relazione quell’incendio all’ottavo piano del grattacielo di New York tra Washington Square e Greene Street, il 25 marzo 1911, con la morte di 5 donne, operaie in un laboratorio tessile, a Barletta, cento anni dopo, in seguito a un crollo che schiacciò, in uno scantinato, quelle lavoratrici e la figlia del principale. A raccontarlo, l’unica superstite. La Festa internazionale della donna, insomma, una ricorrenza dalle molteplici sfaccettature che però hanno un solo file rouge. La donna, appunto.

FESTA INTERNAZIONALE DELLA DONNA 8 MARZO, I FILM

Se non è facile, dunque, rintracciare i natali di questa festa internazionale della donna che negli Stati Uniti vide i natali nel 1909 e in Italia nel 1922, possiamo suggerire la visione di otto film (più uno) per celebrare, tra il serio e il faceto, la donna.

guarda la gallery:

FESTA INTERNAZIONALE DELLA DONNA, I FILM

1. The Wedding Party (2012) di Leslye Headland

Tipico lungometraggio da serata maliziosa tra sole donne. Tra i più riusciti e caustici del genere recentissimo ma già abusato delle commedie politicamente scorrette al women. La storia potremmo soprannominarla “una notte da leonesse” visto che replica il modello del film di Todd Phillips. Kirsten Dunst non è mai stata così cattiva e sexy, Lizzy Caplan è l’amica della sposa che tutti (e tutte) vorremmo incontrare, Isla Fisher è felina nell’insinuarsi negli spazi lasciati dalle star e a farci innamorare. La sposa è Rebel Wilson, taglia forte che del genere suddetto è diventata un’eroina senza peli sulla lingua.

2. Suffragette (2015) di Sarah Gavron

Un buon Bignami cinematografico sulle lotte delle donne per i propri diritti. Film programmatico e scolastico tenuto in piedi dalle attrici, in particolare Carey Mulligan ed Helena Bonham Carter. Incredibilmente, recita male Meryl Streep, forse per la prima volta in carriera, scrittura e regia ornamentali. Ma basta per raccontarci una storia che molti non conoscono (e per riflettere sulla lotta armata, che spesso ha diverse definizioni, nei libri di Storia, a seconda dei vincitori). E’ in sala, ora.

3. We Want Sex (2010) di Nigel Cole

Gustoso e tratto da una storia vera. Quella di quasi 200 operaie che nel 1968 protestano contro le loro condizioni precarie di lavoro, in particolare avversando gli orari che le sottraggono alle loro famiglie oltre il dovuto e il sopportabile e il fatto che uniche femmine tra migliaia di maschi, nonostante la qualità e la quantità del loro lavoro vengono, solo per il genere, definite “non qualificate”. Lo sciopero, le lotte, qui vengono raccontate con il sorriso (a partire dall’equivoco che viene raccontato dal titolo e che parte da una manifestazione e uno striscione piegato male… o forse fin troppo bene). Da Sally Hawkins a Rosamund Pike, da Miranda Richardson a Andrea Riserebough e Geraldine James, un grande cast. Con Bob Hoskins vittima e carnefice.

4. Thelma & Louise (1991) di Ridley Scott

Il capolavoro e il cult del cinema femminista moderno. Geena Davis e Susan Sarandon fuggono da un mondo di uomini che le ha umiliate per anni e a cui ora reagiscono. Lo fanno rompendo tutte le regole (fatte dai maschi per i maschi), gli schemi, le gabbie che l’hanno spinte verso un modernissimo western on the road. Belle, libere, coraggiose. Fino alla fine. E si permettono anche di godersi un giovanissimo Brad Pitt completamente nudo (si dice che Geena non si limitò alla finzione). Al posto della Sarandon e della Davis, pare dovessero esserci Michelle Pfeiffer e Jodie Foster e in luogo del futuro signor Jolie, George Clooney.

ATTENZIONE, QUESTO VIDEO E’ UNO SPOILER!

5. Donne (1939) di George Cukor

Anni ’30, Norma Shearer e Joan Crawford contro. Praticamente l’unico uomo è il regista. L’ha scritto Anita Loos l’autrice de “Gli uomini preferiscono le bionde… ma sposano le brune”, è stato tratto dalla commedia di Clare Boothe Luce (moglie di Henry), il cast è tutto al femminile. Ed è una commedia satirica geniale sulle ombre e le luci dell’altra metà del cielo, quella più luminosa e pericolosa. Evitate come la peste il remake con Meg Ryan e Annette Bening.

6. Eva contro Eva (1950) di Joseph L. Mankiewicz

Ok, qui direte tutti che solo un uomo poteva scegliere il film principe del genere “nessuno può odiare una donna quanto un’altra donna”. Ma non si farebbe un giusto servizio all’universo femminile senza raccontare il fenomeno della rivalità femminile. Figuriamoci nel mondo dello spettacolo. Certo, ora siamo abituati a Selvaggia Lucarelli contro Asia Argento e Belen Rodriguez, ma allora Bette Davis e Anne Baxter ci regalarono il più inquietante racconto di dove può arrivare una donna. Soprattutto se deve sottrarre tutto a un’altra…. Eva. Con Titanic detiene il record di 14 nominations all’Oscar (ed è l’unico film ad averne ricevute quattro per le interpretazioni femminili), ne vinse sei.

7. Una donna in carriera (1988) di Mike Nichols

Toh, Sigourney Weaver. In pieni anni ’80 e nell’illusione di una donna finalmente lanciata verso il suo giusto posto nel mondo, ecco una ruspante Melanie Griffith che scopre, sulla sua pelle, che l’emancipazione non è diventare un uomo (come di fatto la sua boss le suggeriva di fare, vessandola come solo un capo uomo potrebbe fare). Ma anche qua tutto avviene “contro” un’altra donna, che poi si vendica. Non a caso il cineasta al comando è un uomo. Il destino poi l’ha punita dovendo spiegare ai figli perché l’ex marito Antonio Banderas si guadagni da vivere corteggiando una gallina.

8. The Help (2011) di Tate Taylor

Razzismo e maschilismo. La forza della storia di Skeeter – una deliziosa Emma Stone – sta nella sua modernità e nella voglia di raccontare una tripla emarginazione. Quella del colore della pelle, quella del sesso, quella di chi decide di realizzarsi lavorativamente e non in famiglia. Il fulcro è questa ragazza che, grazie a un’altra donna, Miss Stein, vuole raccontare le domestiche di colore umiliate e sfruttate dai borghesi bianchi, ovvero da chi viene nella sua classe sociale. Opera sensibile e immediata, tratta da un bel libro (L’aiuto) e che sa commuovere e spingere a reagire.

Bonus track: Kill Bill 1 e 2 (2003 e 2004) di Quentin Tarantino

Vi viene in mente una donna più cazzuta di Uma Thurman in quella mitica tutina. Perché è vero che bisogna essere pacifisti, ma se i maschi non le capiscono con le buone, La Sposa glielo fa entrare in testa con le cattive. Molto cattive. Icona femminista, perché “quanno ce vò ce vò”.

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