Il Fatto, Giulietto Chiesa e i complotti sull’11 settembre

17/09/2012 di John B

Alcune teorie complottiste non smetteranno mai di perseguitarci e, anzi, più passa il tempo (e si perdono i ricordi dei fatti), più si ripropongono con rinnovata forza. Kennedy fu ucciso da un plotone di tiratori, l’uomo non è mai stato sulla Luna, il DC9 di Ustica fu crivellato di missili sparati da aerei di almeno mezza dozzina di paesi diversi e l’11 settembre del 2001 è successo di tutto e di più, tranne quello che è veramente successo.

I VERI COMPLOTTISTI – Al di là dello sfregio che certe teorie arrecano ai fatti, ai loro protagonisti e alle loro vittime, è motivo di rammarico la consapevolezza che il moltiplicarsi di ciarlatani e di teorie campate in aria finisce per compromettere irreparabilmente la possibilità di svelare complotti reali. Infatti, nessuna persona di buon senso crede che i complotti non esistano mai. Il punto è che i veri complotti sono concepiti per restare segreti, non certo per essere svelati da qualsiasi nullafacente munito di connessione Internet. Su questa base possiamo individuare almeno tre categorie di persone che parlano di complotti: i complottisti sono coloro che, pur di sostenere le proprie convinzioni, mentono o ricorrono a espedienti di vario genere; i razionalisti sono quelli che credono all’esistenza di un complotto ma ammettono di non averne le prove; e infine ci sono quelli che scoprono i complotti e ne mostrano le prove (e di solito vincono il Pulitzer). Grazie alla snervante insistenza dei primi, si finisce per fare di tutta l’erba un fascio e di definire complottista chiunque parli di complotto, anche quando lo fa a ragion veduta.

IL COMPLOTTO NON MUORE MAI – Pertanto, è bene precisare che in questa sede si parlerà di complottisti in senso stretto, ossia della prima categoria che abbiamo elencato e in particolare analizzeremo un articolo – intervista pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 14 settembre scorso con il titolo “L’eredità dell’11 settembre. Il complotto non muore mai” a firma di Alessandro Cisillin.

Complottista? Non vuol dire nulla. Piuttosto, scovare complotti è il mestiere del giornalista.

L’articolo inizia così, citando le parole di Giulietto Chiesa, giornalista, ex europarlamentare, produttore di un film (e relativo libro) intitolato “Zero” che già dal 2007 , prometteva di svelare la verità sui fatti dell’11 settembre, ma in effetti era concepito – per bocca dei suoi stessi autori – per essere utilizzato come un vero e proprio strumento politico. Il mestiere di un giornalista non è scovare complotti (soprattutto dove non ci sono) ma è quello di raccontare i fatti, le ipotesi e le opinioni, badando che ciascuna categoria sia ben riconoscibile al lettore. Se si presentano ipotesi come fossero fatti, se si presentano informazioni decontestualizzate al fine di distorcere la verità, non si fa certo il mestiere del giornalista: si è bugiardi e basta.

IL CONSENSUS PANEL – L’incipit dell’articolo:

Se la ride Giulietto Chiesa, membro del 9/11 Consensus Panel, un tavolo internazionale di scienziati, intellettuali ed ex militari mobilitato negli Stati Uniti per contestare in modo documentale le verità ufficiali sugli attentati di undici anni fa.

In realtà il “Consensus Panel” è l’ultima arrivata di una serie di associazioni complottiste create negli ultimi dieci anni in USA. Quasi nessuno dei suoi membri  è uno scienziato in senso stretto, l’unica eccezione è probabilmente il fisico Steven E. Jones, già noto per aver avuto un ruolo importante nel certificare la scoperta della fusione fredda (che poi si rivelò una bufala) e per aver sostenuto di avere le prove che Gesù Cristo visitò il Sud America. Qualcuno penserà che non è giusto contestare una teoria screditandone i suoi sostenitori, ma la questione è diversa. Nel momento in cui le referenze di un soggetto (“scienziati, intellettuali ed ex militari”) sono utilizzate per dare credibilità e spessore alle teorie che propugna, è più che giusto verificarne il grado di attendibilità. E di sicuro uno scienziato che scrive un rapporto inteso a dimostrare che Gesù Cristo è stato in Sud America, è ben poco attendibile in termini scientifici.

Tra gli altri membri del cosiddetto “panel” troviamo anche attori, insegnanti di educazione fisica, assistenti sociali, registi cinematografici. Di “scienziati” c’è poco o niente, “ex-militari” non significa nulla e “intellettuali” è un’etichetta che chiunque può appiccicarsi assieme a un paio di occhialini da vista e a un bel blog. Gli amministratori del “panel” sono David Ray Griffin (un professore di religione), William Veal (un avvocato) e Elizabeth Woodworth (una libraia). Anche il riferimento alle “verità ufficiali” è ingannevole. I fatti dell’11 settembre sono avvenuti sotto gli occhi di tutti, hanno coinvolto decine di migliaia di persone, sono stati oggetto di regolari processi e di numerosissime inchieste  anche indipendenti. Non sono quindi una velina prodotta dall’ufficio stampa del governo americano, bensì una tragedia comunemente vissuta, accettata, accertata. Ci sono perfino le rivelazioni, confessioni, documentazioni provenienti dagli stessi responsabili degli attacchi. Tutto questo non può essere definito “verità ufficiale”, è verità e basta.

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