I 100 migranti che hanno atteso la morte per 7 giorni, in mare, ignorati da tutti

22/09/2017 di Redazione

Si tratta del primo naufragio da quando il ministro dell’Interno Minniti ha trovato accordi con la Libia e il flusso dei barconi sembrava notevolmente rallentato. Sarebbero almeno 100 i migranti dispersi dopo l’affondamento di un barcone partito dalle coste libiche. Ne dà notizia la guardia costiera di Tripoli che è riuscita a parlare con alcuni sopravvissuti al naufragio, circa 35 persone massimo. Tra le persone salvate – secondo quanto riferisce Sf Gate – cinque donne e un bambino.

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Secondo quanto riporta il portavoce della marina, il generale Ayoub Kacem, 7 superstiti sono rimasti almeno tre giorni in mare prima di soccorsi. Tutto sarebbe successo domenica scorsa (quando le condizioni del mare erano proibitive). Sul barcone, partito lo scorso venerdì, c’erano almeno 120 persone. L’imbarcazione fin dalle prime ore avrebbe dato già diversi problemi. Il naufragio è avvenuto al largo di Sabratha, a 40 chilometri a ovest di Tripoli e punto di partenza per molti migranti. Secondo quanto riferisce Carlotta Sami, portavoce in Sud Europa dell’agenzia Onu per i rifugiati, la barca con i dispersi è restata alla deriva per almeno una settimana prima di affondare.

 

Come è attualmente la situazione a largo delle coste libiche? Le Ong non operano più. Sta tutto in mano alla guardia costiera libica che intercetta le chiamate di soccorso e riporta indietro i migranti. Chi è rimasto a dare una mano come Ong è coordinato dalla sala operativa della Guardia costiera di Roma. Un metodo per cui questa settimana in Italia sono state portate in salvo circa duemila persone.  Oltre 100.000 persone hanno attraversato il Mediterraneo per arrivare in Italia quest’anno. Secondo le Nazioni Unite oltre 2.400 persone sono morte nel tentativo. I sopravvissuti di questo ultimo naufragio sono tutti cittadini provenienti dall’Africa subsahariana.

(in copertina foto di repertorio ANSA/ MATTEO GUIDELLI)

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