L’eroe dimenticato che rifiutò di sparare su piazza Tienanmen

Alla vigilia del ventiquattresimo anniversario della protesta di piazza Tienanmen, tutti si preparano a celebrare la memoria del “Rivoltoso Sconosciuto”, il ragazzo che il 5 giugno 1989 si parò davanti ai carri armati a Pechino diventando il simbolo della lotta contro l’oppressione in tutto il mondo.

xu qinxian piazza TienanmenUN ALTRO EROE – Eppure, ricorda Keving Tang di BuzzFeed, gli uomini da ricordare sarebbero due: oltre al ragazzo del carro armato, l’altro eroe di quella protesta fu Xu Qinxian, generale dell’esercito cinese che si rifiutò di guidare la 38a Armata contro i manifestanti di piazza Tienanmen. Un gesto di grande moralità che gli costò cinque anni di carcere e l’espulsione dal partito.

IL GENERALE CHE SI RIFIUTÒ DI ESEGUIRE GLI ORDINI – Qinxian si era arruolato nella 38a armata nel 1950, ancora minorenne. Data la sua giovane età il ragazzo non ricevette nessuna chiamata alle armi per la Corea, fino al giorno in cui, davanti agli ufficiali, si morse un dito e firmò la sua domanda di arruolamento con il sangue. Trentanove anni più tardi era diventato generale. Nei giorni della protesta, Qinxian ricevette l’ordine di guidare i suoi uomini contro i manifestanti: un ordine che disattese con la motivazione di non poter eseguire un simile atto al di fuori di una guerra. Avrebbe detto ai suoi amici che avrebbe preferito “essere decapitato piuttosto che diventare un criminale condannato dalla storia”. La corte marziale lo condannò a cinque anni di reclusione, e lo esiliò da Pechino. Davanti ai giudici, il generale disse: “L’Esercito Popolare di Liberazione non ha mai annientato il proprio popolo. Mi rifiuto di macchiare questa tradizione”.

 

LEGGI ANCHE: L’Onu e le armi chimiche usate in Siria

 

EROI SCONOSCIUTI – Molti membri dell’esercito, in realtà, stavano dalla parte dei manifestanti di piazza Tienanmen, e alcune immagini catturate in quei giorni mostrano diversi soldati stringere la mano agli studenti in segno di pace. Wu Renhua, professore universitario in esilio, racconta come molti soldati sarebbero stati in realtà riluttanti ad eseguire gli ordini che venivano direttamente da Deng Xiaoping e molti alti vertici dell’esercito, come Qinxian, subirono gravi condanne per essersi rifiutati di infierire contro il proprio stesso popolo.

QINXIAN OGGI – Per più di vent’anni di Xu Qinxian si è persa ogni traccia: oltreoceano si diceva fosse stato giustiziato, ma nel 2011 il quotidiano Hong Kong’s Apple Daily è riuscito a rintracciarlo e a farsi concedere una breve intervista. L’ex generale ha semplicemente rivelato di non aver mai rimpianto la sua scelta, e di vivere liberamente tra Pechino e Shijiazhuang.

Share this article