Dove la benzina costa meno in Europa

18/05/2013 di Dario Ferri

Il costo della benzina è una delle maggiori preoccupazioni dei consumatori europei. Se in Italia gli automobilisti scontano prezzi tra i più alti d’Europa, in alcuni paesi si possono risparmiare più di 40 centesimi al litro rispetto a quanto si paga nei nostri distributori. Croazia e Polonia sono le nazioni più favorevoli per chi non vuole subire un salasso alla pompa di benzina. costo benzina diesel 5 DOVE SI RISPARMIA – Per quanto riguarda la benzina invece il prezzo che si paga in Italia continua ad essere molto alto, ma altri paesi ci sono vicini. Il sollievo maggiore per quanto riguarda il costo del carburante si può ottenere all’Est Europa. In Polonia così come in Croazia si possono strappare prezzi molti più ragionevoli, pari a circa 1,3 in media.  Sono questi i paesi, secondo la classifica di Adac, l’Aci tedesca, dove la benzina costa meno in Europa. Non solo a Est però si ride. Anche in nazioni ricche ma dal peso fiscale relativamente contenuto come Lussemburgo, Austria e Svizzera si può gare il pieno a prezzi ancora ragionevoli, rispetto alla media italiana o dei paesi europei più grandi. Il costo rimane comunque sempre molto elevato rispetto ai valori più bassi degli ultimi anni, toccati nel 2009.  Nel resto d’Europa invece la situazione non è molto lontana dai livelli italiani. Nei Paesi Bassi un litro di super costa all’incirca 1,8 al litro, un costo molto simile a quanto si pratica nei nostri distributori. I prezzi indicati sono presi senza il servizio che di solito prevede un rincaro piuttosto significativo. Anche in Germania o in Francia il carburante più diffuso delle automobili costa intorno &

RECORD EUROPEO – In Italia, come nota Bild Zeitung, si paga il prezzo più caro per il diesel che si registra in Europa. I consumatori del nostro paese pagano un sovrapprezzo di almeno 20 centesimi in più rispetto agli automobilisti dei nostri partner europei. Anche in paesi ad alta tassazione sui carburanti come la Francia o la Danimarca i consumatori riescono a strappare prezzi inferiori che viaggiano sotto la soglia di riferimento dell’1,50 euro a litro. Il diesel si paga molto in Svizzera, almeno in relazione al prezzo della benzina, mentre il prezzo più favorevole lo si può strappare in Lussemburgo, piccolo stato molto ricco ma con una tassazione molto bassa. Grazie alla scarsa pressione fiscale nel Granducato fare il pieno conviene sempre, specie in relazione a quanto si spende nei paesi confinati, dove si pagano medie di 30 centesimi più ogni litro.

QUALI DIFFERENZE –   Le motivazioni tra prezzi così divergenti sono di natura essenzialmente fiscale. Da molti anni ormai i maggiori paesi europei hanno scaricato molti degli inasprimenti della tassazione su uno dei beni più utilizzati dai consumatori, il carburante per spostarsi con la propria automobile. Di conseguenza, paesi con un peso fiscale minore, come per esempio la Svizzera oppure il Lussemburgo, oppure nazioni dove la sovrastruttura della spesa statale è sicuramente inferiore alla nostra come gli stati dell’Est Europa riescono a praticare prezzi del carburante significativamente più bassi dei nostri. Un’altra motivazione è ovviamente il diverso costo della vita tra i vari paesi, anche se questa spiegazione può valere solo per Croazia e Polonia, e di norma questo fattore pesa relativamente poco in un bene come la benzina.

PETROLIO STABILE –Negli ultimi giorni i prezzi del greggio che vengono presi come riferimento dagli operatori, il Wti ed il Brent, non si sono mossi da molto dalla soglia dei 100 dollari sulla quale sono quotati da ormai un un po’ di tempo. Molti analisti prevedono una leggera discesa del costo del greggio, a causa di una congiuntura economica che continua ad essere negativa. Ciononostante non è ipotizzabile al momento una diminuzione dei prezzi del petrolio, e di conseguenza della benzina, come quella che si verificò dopo lo scoppio della crisi finanziaria di Wall Street. Nell’estate del 2008 il petrolio era arrivato fino ai 150 dollari al barile, con una conseguente impennata alla pompa. Subito dopo però iniziò una flessione molto pronunciata, che si è poi è fermata fino agli incrementi degli anni più recenti, trainati dai boom dei consumi dei paesi emergenti. Anche in ragione degli inasprimenti fiscali sui carburanti il costo per i consumatori di un pieno è diventato sempre meno sostenibile, ed in Italia, così come in altri paesi europei, l’autunno scorso si sono sfiorati livelli record non lontani dalla soglia psicologica dei 2 euro.

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