“Gli omicidi eccellenti? La mafia uccideva in accordo con la politica”

22/10/2010 di Redazione

Massimo Ciancimino dice che De Mauro, Scaglione, Mattarella e Dalla Chiesa sono stati ammazzati su commissione di “ambienti istituzionali romani”.

Gli omicidi del giornalista de ‘L’Ora’ Mauro De Mauro ma anche l’ex procuratore capo di Palermo Pietro Scaglione, cosi’ come l’ex presidente della Regione Piersanti Mattarella e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa sarebbero stati commissionati “da ambienti istituzionali romani” e la mafia “ebbe solo il ruolo di manovalanza nell’organizzare gli omicidi eccellenti”. A dirlo ai magistrati è Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino in un verbale dello scorso 8 ottobre e che ora potrebbe entrare nel processo nell’omicidio del giornalista Mauro de Mauro, scomparso il 16 settembre 1970 a Palermo.

IL SEQUESTRO DE MAURO – A chiedere la produzione del verbale e’ stato oggi il pm Sergio De Montis durante l’udienza presieduta da Giancarlo Trizzino. “Ho deciso di presentarmi al fine di riferire quanto a mia conoscenza sul sequestro di Mauro De Mauro”, inizia cosi’ la deposizione di Massimo Ciancimino davanti ai pm di Palermo. In quella stessa circostanza Ciancimino junior ha consegnato la copia di alcuni articoli e dei manoscritti del padre.  “La documentazione suscito’ il mio interesse soprattutto con riferimento alla figura di Pietro Scaglione, amico di famiglia, e alle eventuali motivazioni che avevano indotto i suoi ‘paesani’ a decretarne l’eliminazione -racconta Ciancimino ai pm- mio padre ebbe a spiegarmi come sin dal 1970, anno in cui era stato chiamato a Roma dall’allora ministro dell’Interno Restivo a svolgere il ruolo di intermediario tra lo Stato, Riina e Provenzano in alcune vicende delicate, spesso la mafia ebbe solo il ruolo di manovalanza nell’organizzare ed eseguire omicidi eccellenti in realta’ commissionati da ambienti istituzionali romani”.

SCAGLIONE, MATTARELLA E DALLA CHIESA – Tra questi delitti, secondo Ciancimino sarebbero stati inseriti gli omicidi di Mauro De Mauro e di Pietro Scaglione “e poi a seguire -ha spiegato Ciancimino– tutti gli altri omicidi cosiddetti eccellenti, Mattarella, Dalla Chiesa e cosi’ via fino alle stragi del ’92 e ’93”. E’ sempre Ciancimino a spiegare che il padre, Vito Ciancimino, “in un primo momento aveva ricondotto il movente dell’omicidio Scaglione a una possibile vendetta per essersi lo stesso rifiutato di visionare, su richiesta di mio padre, il dossier processuale di Liggio. Quasi sentendosi in colpa e contravvenendo a una regola che si era imposto mio padre chiese spiegazioni a Provenzano del perche’ avessero ucciso Scaglione, che come gia’ detto era un amico di famiglia, lamentandosi di non essere stato informato, anche perche’ gli stessi Riina e Provenzano gli avevano chiesto proprio in quel periodo di raccogliere informazioni da Scaglione su eventuali indagini sui cugini Salvo”.  Sempre secondo quanto riferisce Massimo Ciancimino, Bernardo Provenzano, allora latitante avrebbe risposto a Vito Ciancimino “di chiedere spiegazioni ai suoi amici e referenti romani. Provenzano gli disse anche che uno dei principali motivi che aveva indotto i romani a sollecitarte l’eliminazione di Scaglione era l’inchiesta che lo stesso stava seguendo sul delitto De Mauro”. Secondo Massimo Ciancimino, notizia che avebbe appreso dal padre, il giornalista Mauro De Mauro “era stato eliminato per le inchieste che in quel periodo stava conducendo”, dal golpe Borghese al delitto di Enrico Mattei.  Dell’omicidio De Mauro Vito Ciancimino avrebbe parlato anche con il boss mafioso Stefano Bontade, poi ucciso in un agguato nel 1980, “accusandolo di avere innescato un meccanismo perverso che aveva condotto all’eliminazione di Scaglione, personaggio a suo dire integerrimo ma garantista, quindi attribuendo allo stesso Bontade una responsabilita’ nel delitto De Mauro”.

(ADNKRONOS)

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