I siti di streaming bloccati che puoi vedere ancora

Galeotto fu un “Mostro a Parigi”. La pellicola della Sunshine Picture è il primo indizio che ha dato il via alla maxioperazione della Polizia Postale contro lo streaming e il download illegale di film in rete. Sotto la denuncia della casa produttrice è partita l’operazione Crackdown, seguita dalla Polizia Postale di Roma, ha oscurato 27 siti web. Tutti contenitori che fornivano download e streaming di film ma anche musica e giochi in modo gratuito. Tanto l’introito veniva fornito dalla pubblicità dei banner per pochi centesimi a spot. Cifra che se moltiplicata per tutti i click di una giornata poteva fruttare anche tra gli 80/90 mila dollari l’anno.

siti streaming oscurati (3)

TECNICA DI RAGGIRO – La merce oscurata era di primissima qualità, in uscita al cinema, con audio spesso perfetto e grafica eccezionale. Insomma non la classica ripresa da sala. I siti bloccati come cineblog01.org, flashdrive.it, nowvideo.co, videopremium,net, nowdownload.co però sono già di nuovo ben visibili on line. Come fanno? Attuano l’escamotage di ubicarsi in paradisi web, dove la normativa è meno severa. Attuando un blocco dei DNS, ovvero realizzando un “muro invisibile” le autorità sono riuscite a impedire il raggiungimento dei siti dall’Italia. Però basta reindirrizzare il tutto, magari cambiando anche la destinazione finale dell’url che l’oscuramento dura ben poco. “Probabilmente già in queste ore stanno già lavorando per trovare un metodo” precisa Andrea Rossi della Polizia postale e delle comunicazioni del Lazio. Ed infatti se si fa un giro nei siti preposti, anche se è più difficile trovare i film in uscita, non si trova nessun oscuramento. Robin-film.net per esempio reindirizza ad un account similare che finisce per “.tv”.

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COME SI RUBA – A curare la pista l’ufficio Multimedialita’ della S.I.A.E in collaborazione con la postale. La maggior parte dei server interessati erano sparsi lungo i quattro continenti (Australia, U.S.A., Belize, Cina, Russia, Moldavia, Romania, Olanda, Svizzera, Francia e domini in U.S.A. Seychelles, India, Australia, Svizzera, Panama, UK, Germania). Non solo, spesso i domini erano ospitati in paesi diversi da quelli dell’ubicazione del server (Australia, U.S.A., India, Seychelles, Panama, UK, Germania, Svizzera). Aspetto non trascurabile dato che con questa tecnica diventa più difficile rintracciare e bloccare “alla frontiera” il traffico verso l’Italia. Bastano pochi pc e persone “italiae” precisa l’autorità. Le indagini sono ancora in corso. Si cerca di capire da dove parta l’origine del furto d’autore. Spesso infatti sono persone infiltrate alle première, come giornalisti, o fornitori “speciali” di dvd, o meglio ancora film americani (che escono qualche mese prima rispetto al nostro Paese) montati con audio di sala sincronizzato. Insomma le tecniche ci sono, il problema è bloccarle.

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IN CIFRE – La S.I.A.E., ha stimato che si e’ trattato di uno dei più rilevanti sequestri a livello mondiale e il primo di queste proporzioni in ambito europeo, considerando che il danno complessivo ammonta a circa 1,5 miliardi di euro, di cui 800 milioni nel settore dei film e 700 milioni in quello della musica, nonché 1,4 miliardi di euro per quanto riguarda il software. “Se calcola che per colpa della pirateria entro il 2015 si perderanno 22 mila posti di lavoro” precisa Vito Alfano, dirigente Servizio antipirateria della SIAE. Intanto il “mostro via streaming” continua a girare. Non solo in Francia, ma in Australia, Regno Unito e ora (di nuovo) anche nei nostri pc italiani. Peer to peer, streaming poco importa: l’assurdo gioco tra gatto e topo è ancora destinato a durare.

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