L’odiato governo Amato

Ed ora che ci si è accordati per la Presidenza della Repubblica tocca formare un governo, come indicato da Giorgio Napolitano. Ed i partiti -ad esclusione della Lega, di Sel e molto probabilmente del MoVimento Cinque Stelle, sembrano convergere sull’idea di Giuliano Amato Presidente del Consiglio.

LA MANOVRA NOTTURNA – Il dottor Sottile -o Topolino, come lo raffigurava Giorgio Forattini, diventerebbe capo di un Governo per la terza volta. La prima fu negli anni ’90, e più precisamente tra il 28 giugno 1992 ed il 28 aprile 1993, mentre il secondo rimase in carica dal 25 aprile 2000 all’11 giugno 2011. Parliamo quindi di una persona con una certa esperienza in merito, già protagonista della politica italiana in quanto membro del Partito Socialista e molto vicino a Bettino Craxi. Il suo nome però non piace a tutti, né tra i politici né tra i cittadini. Sono molti a collegare il ricordo del “dottor Sottile” con una manovra controversa avvenuta la notte tra il 9 ed il 10 luglio 1992, ovvero il prelievo forzoso dai conti correnti del 6 per 1000 dei depositi.

 

LEGGI ANCHE: Tutti quelli cazziati veramente da Napolitano

 

IL COLPO DI MANO – Ci ricorda quella storia Il Giornale che parla senza mezzi termini di “colpo di mano notturno”. La mossa venne autorizzata da un decreto legge di emergenza emesso l’11 luglio, quindi un giorno dopo. La mossa serviva per garantire il pareggio di bilancio. Si ricorda poi che sotto il governo Amato I vi fu l’aumento dell’età pensionabile, venne imposta una patrimoniale sulle imprese, ci fu la minimum tax, vennero introdotti i ticket sanitari, la tassa sul medico di famiglia, l’’imposta straordinaria sugli immobili pari al 3 per mille della rendita catastale rivalutata. Solo il prelievo sui conti correnti e l’imposta straordinaria fruttarono 11.500 miliardi di lire.

IL PERIODO DIFFICILE – Storia del XXIesimo secolo continua ricordandoci quelli che sono stati gli eventi principali del primo governo del Dottor Sottile, a partire dalla manovra economica compresa nel famoso decreto finalizzata al reperimento di 30 mila miliardi di lire. Nove giorni dopo tale decisione vi fu la bomba che uccise Paolo Borsellino. Eravamo nel pieno della stagione stragista della Mafia e di tangentopoli. Il 2 settembre di quell’anno vi fu il suicidio del deputato Psi Sergio Moroni il quale nel suo ultimo gesto denunciò “grande velo d’ipocrisia” steso sul sistema di finanziamento dei partiti.

 

LEGGI ANCHE: Elezioni Friuli, la Serracchiani vince al foto-finish

 

UN PO’ DI STORIA – Sotto Giuliano Amato l’Italia ratificò il trattato di Maastricht e venne approvato il programma di privatizzazioni di Iri, Eni ed Enel. Nel frattempo si è assistito alla caduta di Bettino Craxi, accusato insieme a Claudio Martelli dal faccendiere Silvano Larini per il “conto protezione” in Svizzera. L’11 febbraio 1993 Craxi rimise il suo mandato da segretario del Psi. Ci furono poi l’arresto di Enzo Carra, all’epoca portavoce di Forlani, del numero tre di Fiat Francesco Paolo Mattioli e di Primo Greganti. In risposta alla raffica di arresti il Consiglio dei Ministri il 5 marzo 1993 depenalizza il reato di finanziamento illecito ai partiti e prevedendo sanzioni amministrative con la restituzione triplicata delle tangenti e un’interdizione dai pubblici uffici da tre a cinque anni. Tali decreti non vennero però firmati dal presidente Scalfaro -era il 7 marzo 1993- mentre il 28 aprile iniziò il governo Ciampi.

PERCORSO AD OSTACOLI – Il governo Amato fu costretto ad affrontare forse la fase più difficile della storia repubblicana d’Italia. Come detto precedentemente, il nostro Paese era alle prese con una grave crisi di sistema causata da Tangentopoli e dalla strategia della tensione di stampo mafioso. E se vogliamo il clima potrebbe essere simile ad allora, anche se fortunatamente il tempo delle autostrade saltate in aria sembra ormai superato. Come ricorda Polisblog, la nomina di Amato arrivò al termine di un percorso ad ostacoli relativo anche in questo caso alla Presidenza della Repubblica.

IL GOVERNO – Il candidato designato sembrava Arnaldo Forlani. In alternativa si parlò di Giulio Andreotti. A Palazzo Chigi sarebbe andato invece Bettino Craxi. I franchi tiratori e le bombe di capaci fecero il resto, tanto che al Quirinale ci andò un outsider, Oscar Luigi Scalfaro, il quale scelse Giuliano Amato in un’ottica di equilibrio dei poteri -quello che oggi verrebbe definito inciucio- anche per legittimare un movimento schiacciato dall’inchiesta Mani Pulite. Ma dato che Craxi iniziava ad essere troppo chiaccherato si pensò al Dottor Sottile. La ripartizione del Governo a livello di ministri fu la seguente: 12 Dc, 7 Psi, 2 Pli, 2 Psdi e due indipendenti.

SCARAMANZIA? – E’ opportuno poi ricordare che in quel periodo vi fu l’esplosione del deficit e l’uscita dell’Italia dallo Sme. Amato fu quello della finanziaria da 93 mila miliardi di lire, quella che secondo Biografie On Line venne definita

un atto di coraggio che per molti è all’origine della ripresa che segnerà l’Italia negli anni successivi

Fu anche il periodo della svalutazione della Lira, della missione “Restore Hope” in Somalia, ci fu la mozione di sfiducia nei confronti del governo presentata da Achille Occhetto, mozione respinta, ci fu la richiesta di l’autorizzazione a procedere contro Giulio Andreotti, il referendum sulla Legge Elettorale fino alle dimissioni, presentate il 22 aprile 1993 con la giustificazione che un momento politico si era concluso. E chissà, viste le difficoltà forse l’ipotesi Amato non viene vista di buon occhio anche per questioni scaramantiche, visto quanto successe e dove ci portò quel periodo. (Photocredit Lapresse)

Share this article