Una donna al Quirinale?

10/04/2013 di Redazione

Bonino, Cancellieri, Boldrini, Severino, Finocchiaro. Le candidature in rosa per portare una donna al Quirinale crescono di ora in ora in attesa del 18 aprile, quando le Camere sono convocate in seduta comune per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Ma a puntare su un nome in rosa non è soltanto la statistica.


UNA DONNA AL QUIRINALE
– Ieri infatti Bersani ha usato una formula un po’ contorta per dire che al Colle potrebbe andarci una donna. Tra i requisiti del candidato – ha detto il segretario – ci sono «il profilo internazionale, la parità di genere…». Spiega Repubblica:

E qui, Beppe Fioroni (fan di Franco Marini) ha osservato prontamente se si stava per caso parlando di un ermafrodito, essendo la presidenza della Repubblica una carica monocratica… Molti hanno riso, il toscano Antonello Giacomelli l’ha buttata in caciara. «Sì, si è allentata la tensione – giustifica Pippo Civati – comunque abbiamo pensato tutti che nella rosa dei nomi per il Colle proporremo delle donne e che una donna avrà buone chance

E allora ecco i nomi delle prime candidate:

Innanzitutto è nato il comitato “Bonino presidente”, fondato tra gli altri dal costituzionalista Alessandro Pace, da Renzo Arbore, Anna Fendi. Perché Bonino – leader radicale, una donna che ha fatto la storia della modernità e dei diritti civili in Italia, europeista, ex commissario Ue alle emergenze umanitarie, ex vice presidente del Senato eletta nelle file del Pd – è la più gettonata. Già lo fu nel 1999, però allora era popolare nella società e ignorata dalle forze politiche, tanto che le Camere riunite le regalarono una manciata di voti. Questa volta qualcosa si muove. Riccardo Nencini, il leader del Psi, che fa da ufficiale di collegamento con Bersani, l’ha incontrata ieri nella sede dei Radicali per dire che è lei il candidato per cui si batterà. Si parla pure del ministro dell’Interno, ex prefetto, Annamaria Cancellieri. Paola Severino, il Guardasigilli del governo Monti, avvocato, è della partita. I Democratici segnalano una di loro, Anna Finocchiaro, ex presidente dei senatori, una salda cultura giuridica, stimata da molti nel Pdl e nella Lega. Non è sfuggito che, proprio ieri, Bobo Maroni, il governatore lumbàrd, abbia parlato dell’idea di una donna al Colle. È sembrato l’endorsement per Finocchiaro. Il tam-tam sulla candidata donna rilancia pure Laura Boldrini, la neo eletta presidente della Camera, ex rappresentante Onu per i Rifugiati, amatissima a sinistra. In ribasso le quotazioni di Rosy Bindi, la presidente del Pd, ritenuta troppo “divisiva”.

I BOOKMAKERS DICONO – C’è da dire che i bookmakers sull’ipotesi “una donna al Quirinale” sono piuttosto pessimisti:

QUIRINALE

Mentre questo è il computo dei grandi elettori, in un’infografica di Centimetri:

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IL COLLOQUIO TRA BERSANI E BERLUSCONI – Nel colloquio tra Bersani e Berlusconi di ieri, tra l’altro, si è parlato sì di Quirinale ma in tutt’altro modo. Lo racconta Francesco Bei su Repubblica:

Nel vertice Bersani e Letta si limitano quindi a parlare di caratteristiche, tracciando di fatto un identikit. Il nuovo capo dello Stato dovrà avere «un’alta professionalità », e soprattutto «un’alta tenuta politica», nel senso che dovrà essere in grado di «gestire per sette anni una fase difficilissima per l’Italia». Ma bisognerà anche esprimere un certo grado di «novità », come è stato fatto con i presidenti delle Camere. Berlusconi, forse per la prima volta, accetta di separare i due tavoli — Quirinale e governo — che fino a ieri pretendeva fossero uniti. E per il Pd già questo è un buon risultato. Quanto al «metodo», il Cavaliere non dice di no, resta sul vago: «Proveremo a verificare se quella che ci avete proposto è una strada percorribile».

L’idea di un presidente della Repubblica che conosca la difficile arte della politica gli appare in fondo come una garanzia:

In linea teorica il criterio della «novità», avanzato ieri dal Pd, escluderebbe tanti candidati che hanno ballato finora, anche se alla fine si ricade sempre su quelle figure: Giuliano Amato, Franco Marini, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Emma Bonino, Piero Grasso. Un outsider sarebbe Giuseppe De Rita, il presidente del Censis, mentre perde quota il Guardasigilli Paola Severino. Anche se a Montecitorio ormai circola con insistenza uno scenario sorprendente: ci sarebbe persino il nome di Bersani nella rosa del Pd per il Quirinale

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