Papa Francesco e l’accusa dei documenti sulla dittatura

Il giornalista che aveva indagato sulla dittatura argentina e inchiodato l’allora Bergoglio non ci sta a passare per un fissato e pubblica i documenti che accusano il nuovo Papa.

UN GIORNALISTA – Horacio Verbitsky è un giornalista stimato e dalla buona reputazione, che negli anni successivi alla dittatura ha dato il suo contributo a portare alla luce la verità di quei terribili anni argentini. Anni nei quali la chiesa e la dittatura andavano a braccetto con la benedizione del Vaticano, che gratificherà nel 1981 il generale Galtieri con una visita di Giovanni Paolo II, che non si farà mancare neppure la benedizione a domicilio di Pinochet.

COSA DICONO DI LUI – Nelle inchieste di Verbitsky emergeva anche il nome di Bergoglio, coinvolto in una vicenda nella quale è stato accusato di aver venduto due sacerdoti alla dittatura, mentre lui ha sempre sostenuto il contrario. Il nuovo Papa secondo gli argentini che lo accusano è un grosso ipocrita. Lo dice anche Perez Esquivel, oggi arruolato tra quanti lo scagionano, ma che si può ancora ascoltare su YouTube mentre alla televisione argentina esprime un’opinione diametralmente opposta sul nuovo Papa. Lo dicono le Madri di Plaza de Mayo, che lo accusano di non aver sostenuto nemmeno la richiesta di giustizia per i 150 sacerdoti uccisi dalla dittatura insieme alle decine di migliaia di argentini sospettati di essere sovversivi e per questo torturati e liquidati brutalmente, ai quali non ha mai dedicato una parola. Ma per il Vaticano sono solo calunnie.

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DALLA PARTE DEL REGIME – In quegli anni la chiesa benediva le armi del regime e i giornali riferirono almeno in un paio d’occasione di un Bergoglio che esaltava il ruolo di difesa della patria dei militari. Ma i giornali erano controllati dal regime e la chiesa argentina dice che no.  Bergoglio disse invece una volta, nel corso di un processo alla dittatura che no, non aveva mai saputo della storia della isola “El Silencio”, una proprietà della chiesa che era passata ai militari e dove sono stati nascosti e torturati decine di persone che la commissione interamericana per i diritti dell’uomo cercava di rintracciare nelle strutture di detenzione ufficiali. Disse che sì, aveva parlato con Verbitsky, ma non della proprietà di El Silencio. Così ieri Verbitsky ha mostrato un foglietto scritto di proprio pugno dal nuovo Papa nel quale indicava al giornalista gli estremi catastali della proprietà, prima di quella disgraziata udienza. Perché Bergoglio ha mentito? Perché El silencio passa nelle mani di un prestanome dei militari e poi torna alla chiesa? Quali sarebbero le calunnie anticlericali?

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