L’Onorevole che cantava troppo

12/09/2010 di Redazione

Renzo Lusetti: democristiano, poi nella Margherita, poi nel PD, infine all’UDC; seduto al tavolo del ristorante prenotato a nome “P3”, virtuoso del karaoke casalingo. Carabinieri permettendo.

Erano presenti “Lombardi, Caliendo, Martone, Carboni, mi sembra anche Miller, Lusetti, Angelo Gargani, Nunzia di Girolamo“, fa sapere durante gli interrogatori Arcangelo Martino, con Lombardi e Carboni, uno dei tre arrestati nell’ambito dell’inchiesta sulla P3. Il riferimento è ad una cena svoltasi presso il ristorante Tullio, dove la cricca si era riunita per discutere di due importanti grane giudiaziarie che interessavano il premier Silvio Berlusconi: il lodo Alfano e la causa Mondadori.

CHE C’ENTRA LUSETTI? – C’è un nome che stona, però, tra quelli dei commensali. E’ quello di Renzo Lusetti, ex DC, poi PPI, dal ’94 al ’97 assessore al Comune di Roma, eletto alla Camera nel 2006 per L’Ulivo e nel 2008 per il PD, che da inizio anno ha abbandonato il partito di Bersani per approdare all’UdC di Casini. Un nome dell’opposizione che siede al tavolo con gli uomini più vicini al presidente del Consiglio e che tramano per spianare la strada ai provvedimenti legislativi creati ad hoc per salvarlo dalle condanne. Lusetti, che in qualità di dirigente nazionale della Margherita ha contribuito alla costituzione del PD, siede al tavolo col piduista Flavio Carboni, già condannato per il fallimento del banco Ambrosiano, nell’88, ex socio del Cavaliere nel progetto “Olbia 2”, ed un tempo molto vicino all’ allora sottosegretario democristiano Beppe Pisanu. Al tavolo con Lusetti c’è lo stato maggiore dell‘associazione segreta, che gli inquirenti ritengono addirittura essere in violazione della legge Anselmi, nata per reprimere i c0mitati d’affari occulti che minano la sicurezza della Repubblica. E lui, deputato di opposizione, invece di recarsi alla più vicina stazione di polizia, resta e mangia.

I DID IT MY WAY – Ma Renzo Lusetti non ha solo un posto riservato ai tavoli dove si pretende di decidere il destino del paese; non disdegna anche attività più ludiche e più frivole. D’altronde a nessuno è vietato di passare una serata in compagnia degli amici. Anche qui, amicizie all’insegna dell’apertura bipartisan, visto che Lusetti sarebbe solito ospitare in casa Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, sindacato cattolico certamente vicino alle posizioni del suo attuale partito, meno in sintonia, invece, con quelle del partito da cui proviene, il PD; e il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, già socialista, ora nel PdL, quindi in entrambi i casi abbastanza distante da un uomo con la formazione cattolica che ha Lusetti. Insomma, i tre amiconi si vedono allegramente a casa del Lusetti, dove si intratterrebbero in sessioni serrate di karaoke: il condizionale è d’obbligo, anche se è stato lo stesso ministro Sacconi a confermarlo, in una intervista a Panorama rilasciata non più tardi di venerdi scorso. Lui e Bonanni cantano insieme “My way” di Frank Sinatra, il che per Sacconi sarebbe indicativo della loro diversità di posizioni: probabilmente nessuno ritiene di dover spiegare la scelta di opportunità che spinge un l ministro del Welfare ad andare a cantare, in casa di un deputato all’opposizione del governo di cui fa parte, insieme ad un leader sindacale che, teoricamente, è dall’altra parte del tavolo delle trattative rispetto al suo scranno. Sia come sia, tutti il sabato sera chez Lusetti: una volta, pare, sono arrivati anche i carabinieri. Li hanno chiamati i vicini, esasperati dalla baraonda che proveniva dalla casa del deputato.

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