Valentina Salamone: la ragazza impiccata dal fidanzato

Valentina Salamone non si suicidò impiccandosi. Fu invece uccisa dal fidanzato, come si è scoperto tre anni dopo i fatti e grazie all’insistenza per le indagini della famiglia. La diciannovenne fu trovata impiccata a Catania nel 2010. Il Ris ha svela la messa in scena grazie al Dna. Racconta il Corriere:

Quando il padre la vide infagottata in un sacco nero della spazzatura, una corda al collo, le dita ancora strette al cappio, il corpo rigido adagiato in una bara, gridò disperato che la sua creatura di 19 anni non poteva essersi impiccata a una trave, che non avrebbe avuto alcuna ragione al mondo per ammazzarsi al termine di una festa fra amici.

Due foto di Valentina Salamone:

 

Scrive Felice Cavallaro:

La versione del suicidio crolla davanti ad alcuni elementi che adesso portano in cella Mancuso, accusato di concorso in omicidio con ignoti. Intanto, la povera Valentina, come spiegano al Ris, non avrebbe potuto impiccarsi da sola perché la trave era troppo alta. Un dito rotto, un’unghia spezzata, una macchia di sangue sotto la scarpa compatibile col Dna di Nicola Mancuso sono altre tessere di un mosaico che porta all’ipotesi di una colluttazione culminata nella morte di Valentina. La corda al collo e l’impiccagione sarebbero in questo caso le sequenze di una crudele messa in scena, a conferma dei sospetti esaltati anche dagli approfondimenti dall’avvocato della famiglia Salamone, Dario Pastore. In sintonia con il padre mai rassegnato: «Valentina non me la potrà più restituire alcuna giustizia terrena: ma venire a capo della verità sarà un atto d’amore per mia figlia che mi fecero trovare 10 ore dopo il delitto

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