Le Mozzarelle Rosa uccidono

La colorazione blu, non ci bastava, o forse non era adatta alla collezione autunno-inverno imminente, fatto sta che nel palermitano, una confezione di latticini al momento dell’apertura presentava una colorazione rosa.

Un 44enne a Casteldaccia ha denunciato ai carabinieri di avere acquistato lo scorso 25 agosto presso un supermercato del paese, due confezioni del peso di 400 grammi ciascuna, in una delle quali la mozzarella presentava delle venature di colore rosa. Il prodotto e’ stato sequestrato dai militari che hanno effettuato immediatamente un sopralluogo presso il supermercato dove non sono state rinvenute altre confezioni perche’ il prodotto nel frattempo era esaurito. Informati l’autorita’ giudiziaria di Termini Imerese e il Nas di Palermo. Ma torniamo indietro di qualche mese.

MOZZARELLE-PUFFO – Era giugno quando una tonnellata di “mozzarelle blu” di cinque marche diverse, tutte provenienti dalla Germania, vennero sequestrate dai Nas in tutta Italia. A fare la segnalazione, allora, pensò una signora torinese che avendo osservato l’inquietante fenomeno lo aveva ripreso col telefonino. La procura di Torino aprì un fascicolo sulla vicenda. A coordinare gli accertamenti giudiziari arrivò il pubblico ministero Raffaele Guariniello, capo del pool dei magistrati torinesi che si occupano di tutela del consumatore. Così i Nas sequestrarono settantamila mozzarelle presso una importante piattaforma della grande distribuzione che rifornisce numerosissimi discount del Nord Italia. All’apertura la mozzarella, secondo i carabinieri, assumeva una “impressionante pigmentazione blu“. La segnalazione giunta ai Nas però non era la prima: proprio l’azienda distributrice a fronte di numerosi reclami aveva già iniziato a richiamare il prodotto, contestando la fornitura allo stabilimento industriale tedesco di provenienza.

PSEUDOMONAS E KLEBSIELLA – Ma nella storia infinita delle mozzarelle-puffo è emerso un dato ancora più inquietante. Per realizzarle sarebbe stata utilizzata acqua di fogna. Acqua sporca contenente germi che proliferano nelle feci e nelle urine. L’allarmante scoperta è arrivata dalle analisi eseguite dal consulente del procuratore Raffaele Guariniello, sulle mozzarelle tedesche prodotte dalla società Milchwerk Jäger di Haag, in Alta Baviera. I test eseguiti da un ordinario di microbiologia dell’Università di Torino hanno rivelato tracce di pericolosi batteri.Non basta. Venne riscontrata anche l’esistenza di altri ceppi del già noto Pseudomonas fluorescens (quello che tende a virare al blu). Si tratta dello Pseudomonas putida, batterio che può scatenare infezioni in varie parti del corpo, dalla pelle e le ossa, ad orecchie, occhi, tratto urinario e valvole cardiache. L’elenco si completava con la Klebsiella oxytoca, un batterio gram negativo che fa parte della normale flora batterica intestinale.

SALVATE IL SOLDATO GRANAROLO – Per non farci mancare proprio niente, a un mese dall’ esplosione dello scandalo sono stati trovati altri due prodotti blu in un supermercato di Rivoli, vicino a Torino. Secondo La Stampa, che ha divulgato la notizia, la novità è che questa volta non si sarebbe trattato di prodotti tedeschi, come era avvenuto finora, ma di una marca italiana: la Granarolo, appunto. Le due mozzarelle sono state sottoposte ad analisi, e secondo quanto appreso, l’esito avrebbe   confermato la presenza dello pseudomonas fluorescens, il batterio che colora di azzurro il latticino.

I POVERI CONSUMATORI – Ma torniamo alle ultime ore: “La sicurezza alimentare e’ una questione “stremamente seria“. Lo rimarca la Federconsumatori a proposito dell’ennesima segnalazione di mozzarelle con colorazioni anomale.”Non si puo’ andare avanti così– dichiara Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori – questo ennesimo episodio dimostra, ancora una volta, non solo la necessita’ di un’intensificazione della vigilanza e dei controlli, ma anche l’urgenza di un inasprimento delle sanzioni, fino ad arrivare, per coloro che lucrano mettendo a repentaglio la sicurezza e la salute dei cittadini, alla detenzione ed al ritiro in via definitiva delle autorizzazioni per la produzione e la commercializzazione“. “E’ evidente, infatti – continua Trefiletti – che le sanzioni di carattere amministrativo non rappresentano piu’ un adeguato deterrente per reati di questo genere. Non ci stancheremo mai di ribadire, inoltre, che non si potra’ parlare di un pieno rispetto del diritto alla sicurezza alimentare dei cittadini fino a quando non sara’ varato un provvedimento urgente che disponga l’obbligo dell’indicazione d’origine su tutti i prodotti alimentari”. Nell’attesa di conoscere il tipo di batterio che questa volta colora di rosa i formaggi della nostra tavola e di capire se si tratta di mozzarelle italiane o d’oltralpe, siamo abbastanza certi che, senza sanzioni adeguate, le sorprese nei nostri piatti non finiranno. A quando la mozzarella gialla?

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