“Mio figlio è un mostro, non lo liberate”

“L’ultima cosa che vorrei, è saperlo in libertà. È un recidivo, l’ha già dimostrato nel corso della sua vita. Marc non è pronto per essere liberato, perché continuerà sempre ad attribuire agli altri le responsabilità delle sue azioni”. – A parlare è Jeannine Dutroux, madre di Marc Dutroux, il serial killer belga noto al mondo come il “mostro di Marcinelle“, che dal 1985 al 1996 sequestrò, torturò e abusò sessualmente di sei ragazzine. Solo due riuscirono a salvarsi. Condannato nel 2004 all’ergastolo, Dutroux ha chiesto la libertà condizionale, suscitando le polemiche e la rabbia di un intero paese.

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IL MOSTRO – Le vicende di cronaca legate al mostro di Marcinelle sono ancora impresse nella memoria di quanti, verso la metà degli anni Novanta, erano già abbastanza grandi per comprendere il concetto di pedofilia. Nell’estate 1996 sparisce Laetitia Delhez, 14 anni. Un testimone racconterà di aver visto un furgone bianco allontanarsi dalla piscina di Marcinelle. Ed è proprio questo indizio a mettere gli investigatori sulle tracce di Marc Dutroux e di sua moglie Michèle Martin, arrestati qualche giorno più tardi. Il 15 agosto Laetitia verrà ritrovata nella cantina dell’abitazione della coppia, insieme a Sabine Dardenne, 12 anni. Entrambe avevano subito gravi abusi. Ma è solo l’inizio dell’orrore: le indagini sveleranno che le vittime di Dutroux sono sei: sei ragazzine di età compresa tra gli 8 e i 19 anni: due furono uccise, mentre le altre due piccole vittime furono lasciate morire di stenti. Secondo gli inquirenti, Dutroux non solo avrebbe avuto dei complici, ma avrebbe anche fatto parte di una rete di pedofilia molto più ampia.

 

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ERAGASTOLO – Condannato all’ergastolo nel 2004, Dutroux ha chiesto la libertà condizionale con la conseguente scarcerazione. La notizia ha provocato forti reazioni nell’opinione pubblica belga e molte persone, compresi i famigliari delle piccole vittime, si sono riunite per manifestare contro la scarcerazione dell’uomo che, secondo la legge belga, può essere accordata dopo aver scontato almeno 15 anni di carcere. Il Tribunale che lo ha condannato è chiamato a pronunciarsi oggi ma, secondo Le Soir, le possibilità di ottenere la libertà condizionale sono molto scarse a causa del suo stato psicologico. Di questo avviso è anche la madre di Dutroux, che in passato è stata accusata di aver fomentato nel figlio l’istinto omicida a causa di un’educazione troppo rigida e basata su continue umiliazioni.

“TORNERÀ AD UCCIDERE” – Sono certa che ricomincerebbe. Non ha alcun senso della realtà – sono le parole dure e amare della madre 78enne di Dutroux, che ha concesso un’intervista al magazine belga Le Soir – Forse non ricomincerebbe con i bambini, non è più in grado. Ma potrebbe costruire un gruppo di persone che lavorano per lui. Commetterà nuovi diletti e io non voglio che esca. Una volta mi ha detto che mi avrebbe uccisa, e che avrebbe ucciso anche suo padre per prendere il prima possibile l’eredità”. E la frase conclusiva è quella che nessuna madre vorrebbe mai dover pronunciare a proposito del proprio figlio: “Prima o poi uscirà. Ma quando succederà, io spero di non essere più al mondo”.

 

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