Dimissioni Papa: la stampa spiega perché

Le dimissioni del Papa riempiono i giornali italiani oggi. E sono molte le ipotesi sulla decisione di Joseph Ratzinger, di cui si aveva sentore già da più di un anno dopo una serie di notizie pubblicate sulla stampa italiana.

LE DIMISSIONI DEL PAPA E IL PACEMAKER – Ma sui giornali italiani c’è chi ipotizza problemi seri. Insieme al commento dell’arcivescovo Bruno Forte, sul Sole 24 Ore compare un corsivo in prima pagina che racconta che poco meno di tre mesi fa il Papa è stato operato al cuore per la sostituzione di un pacemaker nella clinica Pio XII sull’Aurelia. Si è affidato alle mani di Luigi Chiarello, cardiochirurgo di scuola americana, che ha portato a termine l’intervento senza problemi. Ma il quotidiano segnala che questa potrebbe essere una delle cause che hanno mosso la decisione dell’addio. In queste infografiche di Centimetri vediamo il riassunto della vicenda:

LE DIMISSIONI DEL PAPA E IL COMPLOTTO DEI CARDINALI – Su Libero invece Franco Bechis parla di una “rivolta dei cardinali” annunciata al Papa riguardo le decisioni prese nei casi di pedofilia negli Usa, annunciatagli  proprio da Angelo Sodano:

Lì il primo di febbraio scorso il nuovo arcivescovo della metropoli americana, Josè Gomez, ha comunicato ufficialmente di avere sollevato da tutti gli impegni pubblici il suo predecessore, il cardinale Roger Mahony, che è stato arcivescovo di Los Angeles dal 1985 al 2011. Un gesto senza precedenti, adottato dopo la pubblicazione sul sito Internet della diocesi (imposta dal tribunale) di decine di migliaia di documenti che riguardavano lo scandalo pedofilia e l’atteggiamento che i vertici della Chiesa avevano tenuto nei confronti dei 122 sacerdoti accusati di molestie sessuali. Carte impressionanti, che erano direttamente o indirettamente un atto di accusa all’arci – vescovo di quegli anni, il cardinale Mahony. Il suo successore ha voluto scusarsi con i fedeli per quello che avrebbero letto, giudicando «terribilmente odioso e diabolico» quel comportamento della diocesi, e aggiungendo «non ci sono scuse per quel che accadde a questi bambini».

Certo, che proprio Angelo Sodano – implicato nel caso dei Legionari di Cristo – sia il caporivolta (o il portavoce della rivolta) negli Usa è quanto meno originale, come tesi. Ma Bechis stesso nell’articolo poi cambia cavallo e accusa la salute:

Secondo fonti attendibili nella città leonina, negli ultimi mesi il Papa avrebbe avuto numerose piccole ischemie. Episodi minori,ma che in alcuni casi hanno provocato nel Papa smarrimenti, perdite ripetute di memoria, vuoti di coscienza a cui non era mai stato abituato. Se ne è accorto, ad esempio, l’arcivescovo di Terni e guida della comunità di Sant’Egidio, monsignor Vincenzo Paglia, durante l’ultimo recentissimo incontro.

LE DIMISSIONI DEL PAPA E LA PAURA – Sempre su Libero Gianluigi Nuzzi, che ha firmato Vatileaks, il libro che ha raccontato gli intrighi in Vaticano, se ne esce con un’altra motivazione: la paura. E racconta di un incontro tra Ratzinger e Pisapia:

Lo incontrò il sindaco Giuliano Pisapia, dal quale potranno separarci le idee politiche ma che tutti sono d’accordo a indicare come persona perbene. Non me ne voglia Pisapia se racconto questa sua confidenza. Il tempo e la situazione lo impongono. Il sindaco incontrò Ratzinger in un colloquio a quattr’occhi. Qualche giorno dopo ci vedemmo per caso, confrontandoci. Pisapia è uomo laico: «Mi sono rimasti impressi – mi disse – i suoi occhi. Occhi buoni e pieni di amore». Mi sorprese, sorrisi. Ecco immaginavo Pisapia, figlio della sinistra radicale commuoversi di fronte alla grandezza religiosa di Benedetto XVI. Ma la sorpresa doveva ancora arrivare. E mi dice: «Ma sono rimasto colpito dagli occhi sì perché Ratzinger è un uomo che ha paura ». Pisapia ha visto decine di uomini dietro le sbarre. Sa conoscere e riconoscere le sensazioni, le paure… Perché Benedetto XVI ha paura? Di cosa, per qualemotivo? Da quel giorno questa domanda si arricchisce di altri crucci. Mai sapremo la verità se non sapremo rispondere in maniera esaustiva, definitiva a un’altra questione: cosa lega Ratzinger a Bertone? Perché se lascia il pontificato oggi Benedetto XVI è per evitare di passare negli ultimi anni di vita il timone pieno al suo segretario di Stato, uomo così lontano dal teologo fine e sensibile che ha paura.

LE DIMISSIONI DEL PAPA E IL COMPLOTTO DI MORTE – Infine c’è il “mordkomplott”, il complotto di morte maltradotto di cui parla Marco Lillo sul Fatto:

Mordkomplott . È il gennaio 2012 quando Joseph Ratzinger legge quella parola in neretto sul foglio consegnatogli dal cardinale Dario Castrillon Hoyos. I suoi occhi si accendono di ironia e le labbra si increspano in un sorriso. Benedetto XVI è stupito che qualcuno abbia spifferato la sua segreta intenzione di lasciare anzitempo il Soglio pontificio, ma è ancora più divertito dall’incapacità litigiosa dei suoi cardinali. Sono così pasticcioni con le lingue straniere e così poco precisi nei loro report da avere scambiato fischi per fiaschi, trasformando le seconde dimissioni papali della storia nel primo omicidio papale annunciato.

E poi arriva al punto:

Sotto il titolo ‘stretta – mente confidenziale’ e la data (dicembre 2011), si legge: “Du – rante i suoi colloqui in Cina, il Cardinale Paolo Romeo (arcivescovo di Palermo, nato ad Acireale nel 1938) ha profetizzato la morte di Papa Benedetto XVI entro i prossimi 12 mesi. Le dichiarazioni del Cardinale sono state esposte, da persona probabilmente informata di un serio complotto delittuoso, con tale sicurezza e fermezza, che i suoi interlocutori in Cina hanno pensato con spavento, che sia in programma un attentato contro il Santo Padre”. Quel documento sarà pubblicato in esclusiva mondiale dal Fatto Quotidiano il 10 febbraio 2012. Ma il primo a leggerlo e a capirlo è proprio il Papa, che se lo vede consegnare durante l’udienza riservata chiesta ad hoc da Castrillon a gennaio. E se i nostri lettori un mese dopo saranno scossi dalla parola, mordkomplott , la presunta vittima quel mattino non riesce a trattenere il sorriso. Dopo avere liquidato il cardinale colombiano, Benedetto XVI si confida con i suoi collaboratori. Nel suo italiano un po’ ‘te – tesco’ scandisce: “Cartinale Romeo dice in giro che mi uccideranno Papa tra un anno, lo sapevate voi?”. Silenzio preoccupato. Tutti negano. Il Pontefice li congeda con questa frase: “Cardinale Romeo parla troppo ma sbaglia. Nessuno vuole uccidere il Papa”.

E perché i cardinali hanno capito male?

Il resoconto in tedesco delle parole di Romeo (pubblicato dal Fatto ) era corretto nel testo ma sbagliato nell’in – terpretazione datagli da Castrillon: dopo un anno Benedetto XVI non sarebbe più stato il Papa, Romeo diceva il vero. Ma nessuno vuole ucciderlo. A fornire la prima interpretazione autentica, tre giorni dopo la pubblicazione dell’articolo è il Vescovo emerito di Ivrea, monsignor Luigi Bettazzi. Ai microfoni della trasmissione radio ‘Un giorno da pecora’ spiega – nella distrazione generale tra una Paola Concia che lo interrompe e un conduttore che scherza – il vero senso del documento: “il Papa si sente molto stanco e di fronte alle tensioni che ci sono nella Curia, potrebbe pensare alle dimissioni”. Sembra una battuta ma la possibilità di un simile epilogo del pontificato era stata anticipata da Antonio Socci su Libero nel settembre 2011. Ed era stato proprio Ratzinger il primo a formulare questa ipotesi in un’in – tervista al giornalista Peter Seewald nel 2010: “Ci si può dimettere in un momento di serenità, o quando semplicemente non ce la si fa più (…) ma non si può scappare proprio nel momento del pericolo e dire ‘se ne occupi un altro’”.

Insomma, tutto qui. E niente complotti in Curia.

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