Le profezie su Ratzinger come “ultimo Papa”

C’è chi crede possa essere “l’ultimo dei Papi della Chiesa Cattolica“. O il penultimo, prima del “Petrus Romanus” previsto dalla profezia di Malachia. Dopo l’annuncio shock delle dimissioni di Papa Ratzinger, che lascerà il pontificato il prossimo 28 febbraio – come ha annunciato in latino davanti al Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, a causa della “mancanza di forze” , ndr – in rete tornano a diffondersi le tesi complottistiche sulla fine del Papato. Per alcuni tutto coinciderebbe anche con la fine del mondo, o con quella di Roma. Insomma, le dimissioni del Papa sono una minaccia?

PROFEZIE DI MALACHIA  – La profezia di Malachia rappresenta una lista di 112 brevi frasi in latino, ritenute come una sorta di premonizione, attribuite a San Malachia di Armagh. Una lista con la quale si vorrebbe descrivere tutti i pontefici (compresi alcuni antipapi), a partire da Papa Celestino II (eletto nel 1143) fino a quello definito come “l’ultimo pontefice della Chiesa Cattolica”. Definito appunto “Petrus Romanus”: alla sua morte non sono pochi credenti e creduloni che ritengono possa avvenire l’avvento del “giudizio universale”. C’è chi si richiama al testo del pronostico, in cui si spiega come “la Santa Romana Chiesa verrà perseguitata, come Pietro II – nessuno ha utilizzato questo nome dopo il primo papa, ndr – ‘pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni’ e come sarà il terribile giudice a giudicare il suo popolo”. Intorno al 1140 fu il vescovo irlandese Malachia a profetizzare le successioni papali. Una serie di previsioni – molte delle quali, secondo l’interpretazione dei complottisti, davvero avvenute – che arrivano fino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla terra, per riprendere le chiavi della Chiesa.

TEORIE E  PREVISIONI – Come è possibile leggere su mondomisteri.altervista.org, le previsioni di Malachia furono pubblicate per la prima volta dal benedettino dom Arnold Wion,  nel 1595, all’interno del volume “Lignum Vitae”. “La maggior parte di queste profezie si sono verificate”, si legge, in particolare in riferimento al luogo di provenienza dei pontefici, allo stemma della famiglia o ad eventi storici che hanno caratterizzeranno il pontificato. Vengono citati alcuni casi, come quello di Paolo VI, definito “flos floram” (“Giglio tra i gigli”): il suo stemma fu proprio quello un giglio. O quello di Giovanni Paolo II (1978 – 2005), che viene identificato come “De labore solis“. Un papa polacco – il numero 110 della serie – che secondo Malachia sarebbe arrivato dall’est (“levante del Sole”). Altri hanno parlato del riferimento alle “eclissi” (altro significato del termine latino “labor”), con Giovanni Paolo II nato il 18 maggio 1920, proprio nel giorno di una eclissi solare parziale. E Papa Ratzinger?

LA PROFEZIA SU RATZINGER – Il centoundicesimo papa, interpretato appunto come Benedetto XVI, viene indicato attraverso il segno dell’ulivo, simbolo di pace. E’ infatti descritto come “De gloria olivae“, un motto poi collegato allo stesso nome scelto (“Benedetto”), dato che alcuni benedettini sono chiamati anche “monaci olivetani“. Altri fanno notare come “nell’araldo del Papa sia raffigurata un persona di colore sul lato destro, simbolo della Diocesi di Frisinga, della quale egli fu arcivescovo”. O come il 26 aprile 2009 Benedetto abbia proclamato santo Bernardo Tolomei, proprio il fondatore dell’ordine degli Olivetani. Alle profezie di Malachia si associano anche le teorie di chi richiama un’altra grande veggente: la monaca di Dresda. Una religiosa della quale non si conosce bene l’identità, forse vissuta tra il XVII e ilXVIII secolo. Anche lei è diventata nota per le profezie contenenti l’indicazione sulla fine dei giorni. I suoi manoscritti furono ritrovati nel 1808: rappresentano una raccolta di 31 lettere – anche se non tutte sono state ben conservate – inviate a diversi destinatari: da papa Clemente XI ad alcuni cardinali, fino a diversi regnanti europei. In particolare, in quella riservata a Federico I di Prussia – come si legge sul sito  2012ladistruzione.blogspot.it – la monaca spiega al re come “l’ultimo Pietro giungerà dalla tua terra“. Così non pochi sono i complottisti che hanno ricordato come la Prussia di Federico I non fosse nient’altro che la Germania di Joseph Ratzinger, dove il pontefice nacque il 16 aprile 1927

PENULTIMO? –  Per tanti altri, invece, non sarà Ratzinger l’ultimo  papa. Questo perché dalle trascrizioni delle profezie di Malachia potrebbe essere andato perso un ultimo motto (il “Caput nigrum“), che sarebbe collocato prima di quello dell’ “olivo” attribuito a Benedetto XVI. E’ stato già ricordato come sullo stemma di Joseph Ratzinger si trovasse proprio la testa di un moro, l’antico simbolo della diocesi di Frisinga. Per questo si legge nel sito: “Se così fosse, se il vero motto da associare a Benedetto XVI è Caput nigrum, il motto De gloria olivae passerebbe al posto successivo, il centododicesimo. Tanto che si potrebbe riferire a un papa benedettino”. Quello che dovrebbe guidare la Chiesa Cattolica prima della fine annunciata da Malachia con questa profezia:

“Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli crollerà e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen”.

ALTRE INTEPRETAZIONI – Ovviamente, trattandosi di teoria complottistiche, altri continuano a definire Papa Benedetto XVI come quello descritto dal “De gloria olivae”, aspettando invece “il papa nero” come l’ultimo della storia della Chiesa Cattolica. Tanto che in Rete arrivano già le prime ricostruzioni all’insegna della satira sull’arrivo del pontefice di colore:

DRUDGE REPORT – E di Papa Nero parla anche il sito conservatore “Drudge Report” che, commentando le dimissioni di Benedetto XVI, si chiede : “E’ venuta l’ora di un Papa nero?”. Il sito arriva anche a lanciare la candidatura del Cardinale Peter Kodwo Appiah, nato nel 1948 a Wassaw Nsuta, in Ghana, al momento presidente del Consiglio Pontificio per la Giustizia e la Pace.  Oltre a chi sostiene che Ratzinger sia il penultimo, c’è chi ricorda come nel testo della profezia di Malachia non venga specificato se il papa associato al motto De gloria olivae e Pietro il Romano siano da identificarsi con una sola persona oppure con due persone distinte.

ALTRA PREVISIONE -Dopo l’annuncio delle dimissioni Benedetto XVI non pochi hanno invece ricordato un’altra “previsione”, rispetto a quelle delle teorie bizzarre che circolano in Rete sulla fine del Papato e sulla presunta apocalisse. Più che una previsione, si trattata di un’ipotesi, quella paventata da Monsignor Luigi Bettazzi, il vescovo Emerito di Ivrea, che parlò di rischio dimissioni durante la trasmissione ‘Un giorno da pecora’. Subito smentite: secondo Bettazzi, “Benedetto XVI si sarebbe potuto dimettere dopo la pubblicazione dell’ultimo libro su Gesù, volume dato alle stampe subito prima dell’ultimo Natale”. Un ritiro dovuto proprio alle difficoltà di Ratzinger: “Io penso che lui si senta molto stanco, basta vederlo, è un uno abituato agli studi. E di fronte ai problemi che ci sono, forse anche di fronte alle tensioni che ci sono all’interno della Curia, potrebbe pensare che di queste cose se ne occuperà il nuovo Papa”, aveva spiegato Monsignor Bettazzi.

(Photocredit Fb Agenda Sauron

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