L’Iran vieta la musica: “Non è compatibile con i valori dell’Islam”

Per l’ayatollah Ali Khamenei l’arte del suono non può essere né insegnata, né praticata, perchè contraria ai principi della Repubblica islamica. Agli artisti negati perfino i concerti.

Il regime di Ahmadinejad teme perfino la musica. E non lo manda certo a dire. E’ uno dei massimi esponenti religiosi iraniani a riferire le ferree posizioni del paese islamico. Il capo spirituale, l’ayatollah Ali Khamenei, ha fatto sapere oggi che la musica non è “compatibile” con i valori della Repubblica islamica, e non dovrebbe essere praticata, nè insegnata nel paese.

VIETATO INSEGNARE MUSICA – “Anche se la musica è halal – ha detto testualmente – la promozione e l’insegnamento non è compatibile con i valori più alti del regime sacro della Repubblica islamica“. Le riflessioni di Khamenei sono giunti in risposta alla richiesta di un 21enne, che stava pensando di avviare le lezioni di musica e che voleva sapere se erano accettabili secondo l’Islam. “È meglio che i nostri cari giovani passano il loro tempo prezioso per l’apprendimento della scienza e di nozioni utili, interessanti e spendano tempo per lo sport e la sana ricreazione piuttosto che con la musica“, ha spiegato l’Ayatollah.

DIFFICILE OPPORSI – A differenza di altri capi spirituali in Iran, le cui sentenze sono seguite dai loro seguaci, le opinioni di Khamenei sono viste come dei veri e propri ordini di servizio per l’intero paese, ordini che devono essere rispettati perfino dal governo. E tra i suoi diktat non mancano le esternazioni eclatanti: il mese scorso, ad esempio, Khamenei ha paragonato la sua leadership a quella del profeta Maometto e ha obbligato tutti gli iraniani a obbedire ai suoi ordini. Khamenei, nonostante non avesse mai rivelato la sua opinione sulla musica in pubblico, si dice abbia avuto un ruolo chiave nella repressione dell’arte musicale iraniana avvenuta dopo la rivoluzione del 1979. Quando era presidente Khamenei, ha bandito la musica in stile occidentale, costringendo molte stelle ad andare in esilio.

VECCHIO ODIO Houshang Asadi, un ex compagno di cella di Khameneiprima della Rivoluzione Islamica, ha dichiarato: “Lui ha sempre odiato la musica“. “Ci sono state volte che ho cantato una canzone da Banan (un cantante popolare) per lui e lui mi ha detto di evitare di musica e, invece, di pregare Dio“, ha detto Asadi, che ha condiviso una cella con Khamenei per quattro mesi nel carcere Moshtarak a Teheran nel 1976. Rimase con lui per diversi anni dopo la rivoluzione. “L’unica musica che gli piaceva era quella rivoluzionaria e gli inni religiosi“, ha raccontanto l’amico.

CONCERTI E ALBUM VIETATI – Dopo l’insediamento al potere del Presidente riformista Khatami, nel 1997, comincia a cambiare l’atteggiamento ufficiale nei confronti della musica pop. poi dopo l’ elezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad si vedono le maniere forti. Il suo ministero della cultura e della guida islamica ha negato il permesso per la distribuzione di migliaia di album. Dalle contestate elezioni dello scorso anno le autorità hanno perfino cominciato a negare permessi per i concerti pubblici, temendo che potrebbero essere utilizzati dall’opposizione come manifestazione politica. Si teme che l’opposizione possa utilizzarli come un’opportunità per esprimersi, ha detto Mohammad Reza Shajarian, il cantante più conosciuto dell’Iran.

Share this article