Le tre pensioni di Bersani

Il Giornale oggi ritorna sul fuorionda di qualche giorno fa di Matteo Renzi a Radio 105, mettendone in luce un lato rimasto in silenzio:

Non è il cantante, ma il segretario Pd Pier Luigi ( nel tondo ), il Bersani che ne ha tre di vitalizi, «mentre io non ne ho neanche uno» dice Renzi che ha sfida­to la nomenklatura anche sul cumulo delle pensioni. Il segretario del Pd è nel­la condizione di molti politici di profes­sione. Avendo lavorato nel partito co­me funzionario, ed essendo stato poi eletto in varie cariche, Bersani si ritro­verà, quando non sarà più parlamenta­re, a cumulare tre pensioni. Innanzitut­to quella da deputato. Avendo fatto tre legislature alla Camera, l’assegno del segretario Pd si aggirerà attorno ai 5mi­la euro lordi al mese. E si aggiungerà al vitalizio da ex consigliere regiona­le in Emilia-Romagna.

Spiega Paolo Bracalini:

Bersa­ni ci è entrato trentenne, e ci è rimasto per anni, fino a diventarne il governatore (sempre da consigliere), nel 1993. Il calcolo com­plessivo della sua pensio­ne da ex cons­igliere lo han­no fatto quelli del M5S in Re­gione: 4 .423,55 euro lordi al me­se. I due vitalizi si cumulano, la legge non lo vieta. Anzi, permette che si ag­giunga un altro assegno vitalizio, matu­rato dal lavoro extrapolitico. Bersani, ad esempio, ha fatto l’insegnante per un breve tempo dopo la laurea con lode in Filosofia, e successivamente è stato funzionario del Pci-Ds. Da questa attività lavora­tiva e dai relativi versa­menti Inps il segretario (come qualunque altro di­pendente del partito) ha ma­turato un terzo vitalizio, che si cumulerà ai due guadagnati con le legi­slature passate. Su quanto possa am­montare questa terza pensione è ar­duo fare ipotesi, e in generale sul fronte contributivo ci sono stati parecchi pro­blemi in casa Ds, come ci conferma il te­soriere Ugo Sposetti.

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