Le Signore in Bianco di Cuba

Si chiamano le Signore in Bianco e sono un gruppo di donne accomunate da un difficile destino: sono mogli, madre, sorelle di attivisti cubani arrestati e ridotti al silenzio per le proprie idee. Non è facile essere donne a Cuba: un paese dove, a 53 anni dalla Rivoluzione, i cittadini sono oppressi da leggi e restrizioni sempre più pesanti. E non è facile essere attiviste quando si ha una certa età sopratutto quando – come esse stesse raccontano – sei spiata e potresti essere arrestata da un momento all’altro. Al Jazeera racconta la storia di questo movimento di protesta, che ha attirato l’attenzione del mondo anche dopo l’ultima visita pastorale di Benedetto XVI a Cuba: il Pontefice ha chiesto di incontrarle.

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ISPIRATE DALLA PRIMAVERA ARABA – Il movimento delle Signore in Bianco, pur essendo fortemente radicato alla Chiesa Cattolica, è ispirato anche agli ideali che hanno sostenuto i moti della Primavera Araba. Queste donne sono determinate a tenere viva la propria protesta contro il regime, perché sentono che prima o poi sarà costretto ad allentare la presa sui cubani. Ma com’è vivere in un paese che da oltre mezzo secolo controlla – o tenta di farlo – ogni piega delle vite dei suoi cittadini?

 

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VENTICINQUE ANNI DI CARCERE – Nel 2011, un giornalista di People & Power si è recato sull’isola per svolgere un documentario sul movimento delle Signore in Bianco. Ha chiesto che non venisse rivelato il suo nome, perché è intenzionato a tornare a Cuba molto presto. Arrivato a L’Havana nel settembre dello scorso anno, il giornalista ha raccontato il suo incontro con Ivan Hernandez, un giornalista cubano più volte arrestato per le sue attività di opposizione contro il governo di Castro.  Per le autorità, Hernandez è un “contro-rivoluzionario” al soldo della destra lobbista cubana e affiliata agli americani. In realtà l’uomo è soltanto un freelance indipendente, sebbene sia stato molto critico nel confronti del regime. Critiche che gli sono costate care, perché nel 2003 Hernandez è stato condannato a 25 anni di prigione per “cospirazione contro il governo” e per aver pubblicato “false informazioni”. È stato spedito in un carcere di massima sicurezza, messo in isolamento, e privato di ogni contatto con l’esterno per mesi. Il suo crimine: aver raccontato quanto è dura la vita dei cubani. È stato rilasciato nel 2011: una grazia concessa da Fidel Castro in vista della visita di Papa Benedetto XVI. Una visita che le Ladies in White hanno atteso a lungo per accogliere con gioia il Pontefice.

“QUESTO È IL MIO PAESE” – Come a molti altri detenuti liberati, anche a Hernandez è stata offerta la possibilità di lasciare Cuba. Lui però ha rifiutato. “Questo è il mio Paese – ha dichiarato – Perché dovrei andarmene? Dire la verità è la mia missione. Qui la vita è terribile: c’è un embargo statunitense contro Cuba e un embargo del governo contro i cubani”.

 

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