Come le intercettazioni telefoniche stanno diventando (di nuovo) argomento elettorale

Ovviamente, ci sono delle intercettazioni illegali (lo spyware Pegasus vi dice qualcosa?). Ma quelle gestite dalle autorità sono nuovamente al centro del dibattito politico

28/08/2022 di Redazione

Siamo nel 2022, eppure la campagna elettorale sembra essere quella del 2001 o giù di lì. Quando si parla di intercettazioni telefoniche, infatti, troverai sempre uno o più esponenti di centrodestra che punteranno a limitarne l’impiego o, quantomeno, ad arginarne la loro rilevanza pubblica. Il tutto, nel nome del diritto alla riservatezza. Tuttavia, il tema delle intercettazioni supera questi aspetti: in più di una circostanza, si sono rivelate fondamentali per risolvere spinosi casi giudiziari, a tutti i livelli (dalla cronaca nera alla cronaca finanziaria). Bisognerebbe fare un salto ulteriore e incentrare il dibattito pubblico non più sulle intercettazioni telefoniche legali (quelle che vengono condotte, nel rispetto dell’iter normativo dalle autorità giudiziarie), ma su quelle illegali, su quegli spyware che affliggono i nostri dispositivi mobili e che mettono a rischio – quelle sì – la nostra privacy. Una intercettazione telefonica illegale, infatti, non punta a tutelare l’interesse pubblico da una possibile azione che infrange la legge: punta esclusivamente a due cose. Il furto di dati personali e la sostituzione di persona, con il conseguente furto dell’identità.

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Perché il dibattito politico sbaglia direzione quando si parla di intercettazioni telefoniche

Rapidamente, cerchiamo di capire perché il dibattito politico sbaglia quando si parla di intercettazioni telefoniche: innanzitutto, perché il bersaglio primario non sembra essere l’intercettazione in sé, quanto l’utilizzo che se ne può fare a livello di stampa. Quindi, nel mirino, finiscono primariamente i giornalisti. Nel programma di centrodestra per le elezioni del 25 settembre 2022, come vi avevamo raccontato qualche giorno fa, si inserisce il cosiddetto diritto alla buona fama: le intercettazioni telefoniche non necessarie allo sviluppo delle indagini, che soltanto incidentalmente vengono inserite nei verbali delle forze dell’ordine, non dovrebbero – secondo gli esponenti del centrodestra – trovare spazio sui giornali. Anche se queste, in fondo, riguardano personaggi pubblici e potrebbero gettare luce su aspetti, estranei alla circostanza che ha dato il via all’intercettazione, ma comunque interessanti per quanto riguarda il ruolo della personalità pubblica nella società.

Bisogna partire da un presupposto: per quanto i rapporti tra stampa e magistratura non sempre siano sani, le intercettazioni telefoniche che vengono realizzate nell’ambito di operazioni di pubblica sicurezza rispondono sempre a un iter ben preciso, previsto dalla legge. Recentemente, la legge che determina questo iter (approvata nel 2003) è stata oggetto di una modifica, avvenuta con il D.L. n. 132/2021 (convertito in Legge n. 178/2021) , concernente il procedimento di acquisizione dei tabulati telefonici. Si specifica che questo procedimento dovrà essere messo in atto soltanto in virtù dell’accertamento dei fatti. Si tratta, in ogni caso, di disposizioni di legge, che trovano spazio nel nostro ordinamento giuridico e che, come detto, sono state necessarie a risolvere diversi casi giudiziari di pubblico interesse.

Le intercettazioni telefoniche e gli spyware: quando la politica inizierà a interessarsi di questo

Diverso, invece, è il caso di quelle intercettazioni telefoniche che vengono ottenute illegalmente, sia da apparati istituzionali (lo scandalo Pegasus ha dimostrato come diverse agenzie di sicurezza che lavorano per organismi internazionali hanno utilizzato questo spyware israeliano in maniera profondamente contraria a ogni norma internazionale), sia dalla criminalità organizzata, sia da cybercriminali.

Esistono diversi software facilmente accessibili ai cittadini – anche senza una adeguata preparazione dal punto di vista informatico – che possono essere utilizzati per monitorare conversazioni telefoniche, scambi di messaggi, e-mail, conversazioni che avvengono attraverso social network o app di messaggistica istantanea, localizzazioni e materiali multimediali che vengono scambiati con diverse tecniche di condivisione. Come nel caso di spyware, spesso non è necessario all’utente che viene intercettato eseguire delle operazioni particolari per poter avviare l’intercettazione: non è richiesto il click su un link, non è richiesto il download di un file che possa avere una estensione .exe. In alcuni casi, questi software potrebbero essere attivati senza nessun click da parte della vittima dell’intercettazione.

È bene ricordare che questi strumenti di intercettazione sono illegali. Per eseguire una intercettazione telefonica c’è bisogno di una autorizzazione (prevista dall’art. 267 del codice di procedura penale). Al di fuori di questa casistica, qualsiasi tipologia di intercettazione è considerata illegale. Eppure, con le nuove tecnologie a disposizione, sono sempre più frequenti i casi in cui cittadini privati, con qualche conoscenza informatica, riescono a entrare nei dispositivi mobili e fissi di altri cittadini privati per reperire illegalmente delle informazioni sul loro conto.

Per questo è importante tutelarsi e notare se possono esserci segnali per intercettazioni telefoniche illegali sui propri dispositivi: una durata anomala della batteria del telefono, alcuni malfunzionamenti improvvisi dello stesso, la percezione di interferenze e di rumori di fondo quando si effettuano delle chiamate, improvvisi ammanchi di credito nel proprio piano tariffario potrebbero essere degli indizi di una eventuale intrusione illecita all’interno del proprio dispositivo. Un altro sintomo potrebbe essere rappresentato da una durata anomala delle operazioni di accensione o di spegnimento del dispositivo mobile. Si tratta, tuttavia, di sintomi che possono essere riconducibili anche a una progresiva obsolescenza del telefono cellulare o di un tablet e, dunque, non sempre l’utente riesce a essere proattivo in caso di intercettazione anomala e illegale.

In ogni caso, per essere pronti a ogni tipo di evenienza, è sempre opportuno realizzare un backup periodico del proprio dispositivo, in modo tale da farsi trovare pronti a un reset definitivo del dispositivo stesso o alla sua inizializzazione. Non è detto, allo stesso modo, che questa banale operazione possa essere efficace nei confronti di spyware particolarmente raffinati e prodotti da aziende dall’elevato potenziale tecnologico.

La vicenda dello spyware Pegasus ci ha insegnato che ci sono dei soggetti particolarmente sensibili a questo tipo di intercettazioni telefoniche illegali: si pensi, ad esempio, agli esponenti delle istituzioni (ma questo è piuttosto scontato e, in ogni caso, questi sono tutelati dalle fonti di intelligence del Paese di riferimento, che in teoria dovrebbero ottenere risposte efficaci in casi di emergenza). Ma cosa succede quando le vittime sono attivisti politici – magari perseguitati nei loro Paesi di origine – oppure giornalisti che lavorano a inchieste delicate e che, non avendo una tutela di sicurezza, possono esporre a pericoli non solo se stessi ma anche i loro affetti?

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