I matrimoni con bambini e la doppia morale islamica

26/04/2010 di Teresa Scherillo

Alcuni musulmani si appassionano a condannare l’ occidente per l’alcolismo, la nudità, il sesso prematrimoniale e l’omosessualità, ma non possono rivendicare il monopolio dell’etica. Nell’ovest, la pedofilia e gli abusi sessuali sono illegali. Purtroppo, lo stesso non può dirsi per molti paesi dell’ est e del Medio Oriente.

Shaista Gohir, direttrice della Rete delle Donne musulmane in Gran Bretagna, si interroga  su un certo livello di ipocrisia che esiste nel mondo musumano prendendo come spunto la recente inchiesta sul “Bacha Bazi” così come avevamo fatto noi su Giornalettismo. Possedere ragazzi è considerato uno status symbol per i Signori della guerra e il coinvolgimento della polizia e l’inazione del governo danno la misura della diffusione di questa forma di induzione alla prostituzione infantile.L’ipocrisia morale è scandalosa in un paese dove l’omosessualità non è solo vietata, ma ferocemente punita, anche tra due adulti consenzienti. Tuttavia gli uomini che sodomizzano ragazzi non sono considerati omosessuali o pedofili. L’amore per i ragazzi giovani non è un fenomeno limitato all’Afghanistan; la pedofilia è comune anche al vicino Pakistan. Atteggiamenti provocati, molto probabilmente da una forte repressione della sessualità e dall’ estremizzazione dell’ apartheid di genere. Per non parlare del Medio Oriente, dove le ragazze sono considerate desiderabili e gli uomini sono capaci di soddisfare i loro desideri legalmente attraverso i matrimoni con delle bambine. Nello Yemen, oltre un quarto delle ragazze si sposa prima dei 15 anni. I casi di ragazze che muoiono durante il parto non sono insoliti. Recentemente, infatti, una sposa bambina di 12 anni, è morta per emorragia interna dopo un rapporto sessuale. E non è raro trovare  in Arabia Saudita ragazze di 12 anni sposate a uomini ottantenni.

IL MATRIMONIO DEL PROFETA – Allora, perché la pratica del matrimonio con bambine non viene sanzionata nei paesi musulmani? Purtroppo, le autorità religiose ultra-conservatrici giustificano questa antica usanza tribale citando il matrimonio del profeta Maometto con Aisha. Essi sostengono che Aisha aveva nove anni quando il Profeta la sposò. Ma si concentrano convenientemente su alcuni testi islamici per sostenere le loro opinioni, ignorando un gran numero di altri testi e informazioni storiche, le quali riferiscono  che Aisha in realtà si sarebbe sposata a 19 anni. Il Corano è chiaro quando stabilisce che la maturità intellettuale è la base per decidere l’età del matrimonio, e non la pubertà, come suggerito da molti chierici. Qualunque sia la propria visione sul matrimonio del Profeta, nessuna fede poteva rivendicare una superiorità morale fino a quando i matrimoni con bambine erano praticati in varie culture e società di tutto il mondo e in varie epoche. In tempi moderni, però, questi sposalizi non sono più accettabili e nessuna scusa dovrebbe essere usata per giustificarli.

LA DOPPIA MORALE –Trovo l’aderenza a falsi principi islamici e l’atteggiamento di alcune società musulmane del ‘più santo di te’ simile a quello palesemente ipocrita del secolo vittoriano in Gran Bretagna, dove l’aspetto esteriore di dignità e di pudore estremo mimetizzava una prevalenza di pratiche sessuali depravate a porte chiuse – afferma la Gohira quei tempi c’erano molti uomini disposti a pagare per fare sesso con i bambini – fino a quando non sorse una pletora di movimenti sociali che portarono a cambiamenti delle leggi e dell’atteggiamento della società. Un cambiamento simile si impone anche alle tradizionali società musulmane. Avere ragazzini schiavi del sesso o spose bambine non deve essere visto come un titolo d’onore, ma una complicità nello sfruttamento sessuale dell’infanzia. Non riesco a capire perché i musulmani gridano così tanto sugli abusi di Abu Ghraib, Guantanamo, Iraq e Afghanistan, ma poi mostrano una cecità morale quando si tratta di bambini. Sarebbe l’ora di rompere questo silenzio perché queste violenze all’innocenza possono essere fermate”.

PRENDERE ESEMPIO DALLA CHIESA CATTOLICA – Un atteggiamento troppo passivo in materia di abusi di minori ha contagiato pure la comunità musulmana in Gran Bretagna. Coloro che hanno avuto il coraggio di parlare sono stati trattati con reazioni di negazione e di vergogna. Tali atteggiamenti mostrano che i bambini continueranno a soffrire in silenzio. “L’abuso sessuale di bambini avviene in tutte le comunità, come è stato rivelato dal recente scandalo nella chiesa cattolica. Almeno loro hanno finalmente iniziato ad agire. La comunità musulmana dovrebbe prendere esempio e cominciare ad essere più aperta, invece di continuare a nascondere la questione sotto il tappeto”, afferma la Gohir.“Io trovo che i musulmani si sentono sempre di più in dovere di criticare gli altri per le azioni che ritengono peccaminose – citando il seguente detto popolare di Maometto per giustificare la loro interferenza: “Se vedi qualcosa di sbagliato, dovresti correggerlo con la mano e se non riesci parlane contro e se non puoi farlo, senti cosa è sbagliato nel tuo cuore”. “E allora mi chiedo: come fanno i musulmani a rimanere in silenzio quando si tratta di abusi sessuali su bambini?”

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