L’amicizia che può salvare il mondo

05/11/2012 di Redazione

L’abbattimento dell’aereo di Dale Zelko fu uno dei momenti iconici della guerra che vide la NATO opposta ai serbi

ABBATTUTO – Dale Zelko nel 1999 pilotava un bombardiere F-117 sui cieli della Serbia di Milosevic, all’epoca cattivo del momento. Gli F-117 erano e sono ancora famosi per essere i “bombardieri invisibili” e all’epoca erano gli unici aerei dotati di tecnologia “stealth” che li avrebbe dovuti rendere invisibili ai sensori e ai radar dei nemici. Ma dopo aver sganciato le sue bombe fu abbattuto sulla strada del ritorno alla base italiana di Aviano.

INVISIBILE? – Per ottenere tale risultato lo F-117 era stato disegnato con una forma triangolare molto pronunciata e le prestazioni erano state sacrificate in nome dell’invisibilità. Il suo abbattimento quel giorno segnò la fine di una leggenda e anche la fine di quell’approccio alla progettazione, nessun aereo dal disegno tanto estremo ha più visto l’interesse dell’USAF da allora.

LA VITTORIA – Per i serbi l’abbattimento di Dale resta uno dei pochi motivi d’orgoglio di una guerra nella quale non hanno potuto che subire e per di più indossando la divisa dello stato-canaglia. “scusate, non sapevamo fosse invisibile” è stata una delle battute che hanno avuto più successo all’epoca e si ritrova ancora oggi nelle celebrazioni dell’evento.

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L’EROE SERBO – Al comando della batteria di missili che compì l’impresa c’era il colonnello Zoltan Dani, che una decina d’anni dopo ha incontrato il pilota americano, ci ha girato insieme un documentario, “Il secondo incontro” e ora lo considera un amico, un commilitone che semplicemente vestiva una divisa diversa dalla sua.

OLTRE IL PASSATO – Oggi i due si frequentano e si scambiano visite e sembrano abbastanza concordi nel dire che  la guerra non ha lasciato ruggini tra le persone dei due paesi, che un nuovo inizio, come il loro, è sempre possibile e auspicabile anche dopo tragedie come la guerra. Anche per questo i due si prestano volentieri e rievocare le loro avventure, l’uno impegnato sotto le bombe a cercare un modo per abbattere gli aerei americani, l’altro salvatosi per miracolo e poi recuperato nel corso di un’avventurosa operazione di salvataggio.

UNA SPERANZA – L’episodio, oltre a decretare la morte dell’abusata fama dell’aereo invisibile, divenne per i serbi il simbolo delle capacità del paese e per gli Stati Uniti un campanello d’allarme che spinse l’USAF a  riconsiderare la sua postura offensiva e a rivedere profondamente le scelte fino ad allora compiute. Oggi che quella guerra non è ancora dimenticata e che il Kosovo è ancora sotto tutela della Nato, la storia di Zelko e Dali rappresenta una nota d’ottimismo e un esempio del quale è difficile poter fare a meno.

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