Caro eletto all’estero, quanto ci costi?

08/10/2012 di Maghdi Abo Abia

Marco Fedi, Antonino Randazzo, Giuseppe Angeli, Ricardo Antonio Merlo, Fabio Porta, Esteban Juan Caselli, Mirella Giai, Amato Berardi, Gino Bucchino, Basilio Giordano, Aldo Di Biagio, Gianni Farina, Laura Garavini, Franco Narducci, Gugliemo Picchi, Antonio Razzi, Nicola di Girolamo, sostituito da Raffaele Fantetti, Claudio Micheloni.

GRAZIE TREMAGLIA – Vi presentiamo i deputati ed i senatori presenti in Parlamento grazie a Mirko Tremaglia ed alla sua decisione di dare diritto di voto agli italiani all’estero. Il 27 dicembre 2001, attraverso la Legge 459, venne disciplinata l’eleggibilità di rappresentanti dei cittadini italiani residenti all’estero, individuando quattro circoscrizioni, ovvero, Europa, compresa la Turchia ed i territori della Russia “asiatica”, l’America del Sud, l’America del Nord e del Centro e come ultima circoscrizione Africa, Asia, Oceania ed Antartide. L’ex ragazzo dell’Rsi diede una grande visibilità ai nostri connazionali ormai viventi in altri continenti, tanto da essere ricordato in varie pagine di associazioni italiane all’estero.

LE REGOLE – Roma ha dato quindi una nuova possibilità. Ma chi sarebbe stato eletto? Semplice. Il meccanismo si regola in questa maniera: ogni circoscrizione ha diritto ad un deputato ed un senatore. Gli altri posti, nell’ordine di 12 deputati e 6 senatori, vengono assegnati “in proporzione al numero dei cittadini italiani che vi risiedono”. Per essere eletti è necessario risiedere nella circoscrizione scelta, non serve quindi la nascita, mentre ogni lista dev’essere sottoscritta da un minimo di 500 e da un massimo di 1000 elettori residenti nella relativa ripartizione. Ovviamente un candidato per l’Italia non può avere una carica amministrativa nel suo Paese d’origine.

L’ISCRIZIONE ALL’AIRE – Certo, il concetto di “residenza” lascia abbastanza incuriositi. Ad esempio, degli eletti nella circoscrizione “estero”, solo due sono nati fuori dall’Italia. Di fatto possiamo parlare di deputati italiani residenti altrove per questioni lavorative o di vita. Una scelta sicuramente remunerativa, e più avanti spiegheremo anche il perché. Nel momento dell’elezione il seggio viene composto a raccolta di un bacino di 5000 elettori iscritti all’Aire in aggiunta a coloro che sono registrati negli schedari consolari. Se un italiano iscritto nelle liste elettorali risiede in un Paese in cui manca il seggio o dove non è stato possibile concludere intese di voto, questi puo’ tornare a casa avendo diritto al 75 per cento del rimborso del biglietto di viaggio.

LA PROPOSTA – Parliamo di viaggi, perché in fondo è quello il dato più interessante per un eletto all’estero. O no? Raccogliamo le parole di Gian Luigi Ferretti, secondo il quale per essere considerato estero basta un certificato d’iscrizione all’Aire, anche se questo è stato fatto il giorno prima. Ferretti chiede di aggiungere una piccola postilla all’articolo 8 della legge Tremaglia specificando un periodo minimo di residenza con magari l’aggiunta di un certificato fiscale, in quanto la residenza porta in automatico il pagamento delle tasse nel paese ospite. Ovvero una prova che certifichi la reale vita fuori dal Paese e non una candidatura di comodo.

SPOSTAMENTI DIFFICILI – Anche perché un deputato, o un senatore, eletti all’estero hanno diritto a molto di più rispetto a quanto non spetti ad un eletto “italiano”. Poniamo un caso: a Roma deve svolgersi una votazione fondamentale per le sorti del Governo. Prendiamo ad esempio il caso dell’ultimo esecutivo Prodi. Tra gente arrivata in barella e Senatori a Vita se ne sono viste di tutti i colori. Anche un residente all’estero ha necessità di correre per votare, perché lo chiede il suo gruppo parlamentare. Ma un conto è prendere un Frecciarossa Milano-Roma, un conto è arrivare in aereo da Buenos Aires. Ma indipendentemente da questo, è pacifico pensare che qualsiasi indennità di spostamento valida per un “italiano”, non lo sia automaticamente per uno straniero.

950 MILA EURO – Ed ecco l’uovo di Colombo, illustrato dal Corriere del Giorno. Nel bilancio 2012 della Camera, i 12 deputati eletti nelle circoscrizioni estere hanno visto una “donazione” di 950 mila euro per pagare i viaggi aerei. 950 mila euro. Quindi 79 mila 160 euro a testa per pagarsi l’andirivieni. Che poi in realtà basterebbe anche meno. Prendiamo il caso di Marco Fedi, deputato, presente per il 71,02 per cento delle votazioni. Emigrato a Melbourne nel 1983 da Ascoli Piceno, potremmo ben dire che svolge la sua funzione in Italia pur essendo residente in Australia. 

Share this article