Umbertino

L’assassinio di Umberto Morzilli, imprenditore, forse narcotrafficante: una storia che ricorda le storie della Banda della Magliana, venti anni dopo. A Roma qualcosa si muove

A Roma si inizia a stare bene. Marzo è praticamente arrivato, domani sarà il suo primo giorno, ma l’inverno sembra già alle porte. Il sole ancora non dà fastidio, non scotta, il freddo non punge. La Mercedes procede lenta. Compie gincane fra le macchine, schiva chi si ferma “solo un minuto” in doppia fila, i pedoni che attraversano fuori dalle strisce, gli autobus che invadono l’altra corsia per evitare le macchine dei “solo un minuto”.

L’AGGUATO – Centocelle è così la mattina. Come quasi tutte le zone di Roma del resto. Il conducente della Mercedes prosegue per la propria strada fino a piazza delle Camelie. È concentrato, non si accorge di quello scooter bianco. Non si accorge che gli si accosta, che il passeggero estrae un revolver e spara. Quattro volte spara. Il conducente prova ad aprire la portiera in un vano tentativo di fuggire dalla propria fine, ma è inutile. L’auto va a schiantarsi contro un autobus. Il conducente è ormai privo di vita. I passanti rimangono immobili, terrorizzati: va bene che è un quartiere quasi di periferia, ma scene del genere sono rare ovunque nella Capitale. Rarissime. Per ricordarle bisogna tornare indietro con il tempo. Almeno di vent’anni. Almeno ai tempi della Banda della Magliana. E, di fatti, sembra proprio di essere tornati indietro a quei tempi. Quando arrivano le volanti sul posto fanno presto a identificare il conducente dell’auto: Umberto Morzilli, “Umbertino”, di 51 anni. Non un pluripregiudicato, visto che aveva solo una condanna per estorsione ai danni di un commerciante da cui lui e altri volevano 200 mila euro, ma sicuramente un uomo particolare. Non a caso per quell’estorsione lui e gli altri avevano piazzato una bomba davanti al negozio dell’uomo. Lui, “Umbertino”, un meccanico di Ferrari, Porsche e Mercedes che girava egli stesso con una Ferrari da 300 mila euro. Un imprenditore che in passato aveva fatto affari con Enrico Nicoletti, il cassiere della Banda.

QUALCOSA DI STRANO – Quando giungono sul posto, agli inquirenti basta un attimo per capire quello a cu si trovano di fronte: un omicidio su commissione in perfetto stile mafioso. Roba della Banda appunto. Peccato che questa non ci sia più. Nel momento in cui il magistrato si mette al lavoro si accorge subito che c’è ben altro da tenere in considerazione. “Umbertino” era un imprenditore a tutto tondo: con yacht, macchine e beni immobiliari. Tanti beni immobiliari. Ed è qui che compare un altro nome da pochi anni salito agli onor di cronaca: Danilo Coppola. Già nel 1999 e nel 2001 i due avevano fatto affari insieme per acquistare due alberghi; poi l’acquisto di un terreno, poi un altro e un altro ancora. Qualcosa di strano c’era in quell’omicidio, questo era poco, ma sicuro. Intanto c’è da trovare i killer, ma sarà impossibile farlo: hanno agito da professionisti, non hanno lasciato bossoli, avevano i caschi ben saldi sulle proprie teste. Però l’omicidio è il segno rivelatore che qualcosa a Roma si sta muovendo. Che c’è qualcuno che ancora la fa da padrone, che deve decidere lui cosa si può o non si può fare.

A ROMA QUALCOSA SI MUOVE – E il mondo del mattone è un mondo strano. Un mondo dove si intrecciano interessi. Dove i Coppola fanno affari con i Nicoletti e con uomini più o meno vicini alla Banda. C’è pure chi ne parla apertamente. Ne parla per esempio Nino l’accattone, al secolo Antonio Mancini. Uno che della Banda faceva parte. Uno che, oggi, fa il collaboratore di giustizia, ma le cose continua a saperle come fosse ieri. Parla Nino, racconta. E dice che il mondo che va in fiction su Sky, Romanzo criminale, è più vero che mai. “Umbertino”, a quanto pare, non faceva solo il meccanico, ma di mestiere faceva il narcotrafficante. Era lui che si occupava delle rotte di approvvigionamento che dalla Spagna arrivano in Italia. A Roma c’è qualcosa che si muove. Ci sono killer che compiono omicidi in pieno giorno, immobiliaristi spregiudicati, cocaina che viaggia su rotte internazionali. Chi ha ucciso “Umbertino” non si sa, ma tutto riporta a un solo nome: la Banda della Magliana.

Share this article