Così l’intelligenza artificiale può commissariare la democrazia

Dalle leggi scritte in Brasile grazie agli strumenti di AI, passando per i comizi ricostruiti in Pakistan. Per arrivare all'analisi dei provvedimenti in Emilia-Romagna

30/12/2023 di Gianmichele Laino

Abbiamo iniziato a rinunciare alla corretta informazione a causa dell’intelligenza artificiale. Abbiamo iniziato a dubitare di qualsiasi immagine, fosse anche quello spettacolare (e premiato dalla NASA) di Superga, della luna e del Monviso. Abbiamo iniziato a delegare a una macchina l’analisi dei dati e la scrematura dei dati. Adesso, forse, dovremmo iniziare a riconsiderare anche le azioni base tipiche di una democrazia: la scrittura delle leggi, ad esempio, o l’esecuzione di un comizio elettorale, per non parlare del check su provvedimenti normativi. L’intelligenza artificiale – lo ripetiamo sempre – non è assolutamente buona e non è assolutamente cattiva, è solo uno strumento che funziona a seconda di come lo si usa. L’abuso, ad esempio, può essere deleterio.

Democrazia e AI, le nuove frontiere delle leggi scritte con i chatbot

In Brasile, nello stato di Porto Alegre, è stata approvata la prima legge scritta da ChatGPT. E il bello è che il consiglio comunale l’ha votata senza nemmeno immaginare cosa ci fosse dietro. Insomma, i politici locali hanno vidimato – con il proprio voto – un lavoro fatto da una macchina che, al di là di quello che ha immagazzinato nei propri database, non conosce nulla di quel territorio su cui la legge, d’ora in avanti, sarà valida.

In Pakistan, l’ex presidente del consiglio – incarcerato per una questione di doni non legittimi accettati nell’esercizio delle proprie funzioni – è riuscito ad aggirare la legge e a realizzare un video-discorso senza mai uscire dalla propria cella: a sintetizzare la sua voce e a ricostruire le sue immagini ci ha pensato uno strumento di intelligenza artificiale (e questo mostra quanto possa essere impattante anche nel contesto di una elezione).

Tutte cose lontane da noi? Neanche per idea: in Emilia-Romagna, hanno seguito pedissequamente gli Stati Uniti (che applicano questo iter per le leggi approvate al Congresso). Cineca – consorzio interuniversitario italiano senza scopo di lucro – e l’Assemblea legislativa della Regione hanno raggiunto un accordo in base a quale sarà l’intelligenza artificiale a confrontare le nuove proposte legislative con le preesistenti, per limitare casi di sovrapposizione dei regolamenti e di incompatibilità degli stessi. Dobbiamo prepararci a un futuro di democrazia artificiale o – meglio – di democraz-IA?

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