Le verità nascoste di Steve Jobs

Qualche tempo fa avevamo parlato delle indagini dell’Fbi a carico di Steve Jobs ritenuto un bugiardo, un drogato e un uomo disattento alle esigenze della famiglia.

BUGIARDO – L’agenzia federale aveva redatto un dossieri di 191 pagine e datato 1991 nel quale venivano raccolte interviste ad amici ed ex colleghi. All’epoca George Bush lo riteneva idoneo per diventare membro del comitato di consulenza sul commercio estero. A quel punto alcuni agenti speciali “sondarono” il suo giro di amicizie. Dalle interviste emerse un ritratto a tinte forti del fondatore della Apple, un uomo descritto da taluni come “un bugiardo, non completamente schietto e onesto”, “capace di traviare la verità e distorcere la realtà pur di raggiungere i suoi obiettivi”.

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AMBIZIOSO – Non manca, tra gli intervistati, chi parla di Jobs come di una personalità “fondamentalmente onesta e degna di fiducia”, ma “complessa”. Questa fonte, di Palo Alto, in California, che si definiva un “ex buon amico” di Jobs, conosciuto mentre stava “avviando” un’azienda non specificata, spiega che Jobs “si alienò molte persone alla Apple a causa della sua ambizione”. Un’altra fonte riferì invece che Jobs aaveva avuto un “cambiamento di filosofia entrando in contatto con la religione e il misticismo indiani” e che questo contatto mostrava di aver cambiato “in meglio” la sua vita.

PER COSA POSSONO RICATTARLA? – Wired è riuscito a venire in possesso di alcune di queste conclusioni grazie al “Freedom of information Act”, ovvero la legge che consente ai cittadini di “sbirciare” i contenuti di alcuni documenti ritenuti sensibili, un gesto di trasparenza da parte dell’amministrazione pubblica. Nel 1988 i federali chiesero a Jobs per cosa poteva essere oggetto di ricatto. Il co-fondatore di Apple rispose che l’unico timore era dovuto all’esistenza di una figlia illegittima il cui rapimento avrebbe potuto comportare una discreta minaccia. Secondo una donna a lui vicina, invece, la limpidezza nei gesti e nella vita di Jobs avrebbe impedito qualsiasi ricatto.

 

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L’ARRESTO – Jobs venne inoltre arrestato nel 1975 per un reato minore, il mancato pagamento di una sanzione per eccesso di velocità a Eugene, in Oregon.  del quale non si è mai parlato negli anni in quanto Jobs ha fatto di tutto per nascondere questo piccolo incidente di percorso, peraltro risolto con il pagamento di una sanzione di 50 dollari. Da ragazzo poi venne incriminato per aver “hackerato” un telefono attraverso un dispositivo “Blue Box” con l’obiettivo di poter telefonare gratis.

LE DROGHE – Per quanto riguarda invece quell’affaruccio di droga, con Jobs indicato come consumatore di Lsd, marijuana e hashish, lo stesso Jobs ha risposto così agli agenti dell’Fbi: “ho fatto uso di Lsd dal 1972 al 1974 per un totale di 10, 15 volte. Prendevo l’acido in una zolletta di zucchero o in una gelatina, in genere da solo. Non posso spiegare quale fosse l’effetto, ma mi sentivo positivo e ritengo che quelle esperienze siano state a loro volta positive”. Relativamente al suo consumo di marijuana questo è durato fino al 1977 e la fumava con gli amici o la mangiava nei brownies.

QUEL VIAGGIO IN UNIONE SOVIETICA – Il documento si occupava anche dei frequenti viaggi di Jobs, compiuti sia per lavoro sia per piacere. Tra questi va segnalata una trasferta di due giorni in Unione Sovietica nell’estate del 1985 nel tentativo di aprire il mercato per i suoi prodotti. Jobs ha spiegato che i suoi compagni di viaggio dovevano essere membri “o della Cia o del Kgb” anche se non ha mai spiegato da dove derivasse questo suo sentore. L’interesse dell’Fbi nei confronti di Jobs è durato per molti anni, tanto che poi l’agenzia chiedette allo stesso Jobs di poter utilizzare alcune tecnologie informatiche di Pixar per usare i suoi programmi di rendering per riconoscere voli e satelliti.

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