Tutti i vip che odiano Beppe Grillo

Adriano Celentano, Dario Fo, Alessandro Bergonzoni, Ligabue, Baccini. Ma anche Stefano Benni, Antonio Ricci, Maurizio Crozza, Ivano Fossati. Andrea Scanzi, grillologo serio e non omertoso del Fatto, fa l’elenco dei buoni e dei cattivi: ovvero di chi vede con simpatia il MoVimento 5 Stelle o ha partecipato a suoi spettacoli e manifestazioni. Più succulenta però è la lista di chi lo vede come il fumo negli occhi. Andiamo a leggerlo:

Jov a n o t t i si dissociò dal V-Day sostenendo, con la consueta fumosità espositiva, che “se passassero le idee di Grillo uno come Mandela non potrebbe fare politica”. Alludeva – o voleva alludere – al divieto grillino di fare politica per chi ha precedenti penali (quindi, secondo il fine intellettuale Jovanotti, anche per Mandela). Il cantante non ha mai digerito gli attacchi a Sanremo ’89, quando Grillo lo definì “curegg ina”. Anche Fabio Fazio non ama Grillo, reputandolo troppo estremo e cattivo (definizione che, pronunciata da Fazio, abbraccia il 99 percento della popolazione: da Goebbels a Lupo Alberto). Quando Fazio dedicò a De André uno speciale (bello) su Rai- Tre, chiamò quasi tutti gli amici di Faber. Tra i “quasi” c’era anche Grillo, che lo aveva accusato di pavidità (ad esempio nelle interviste con Umberto Veronesi).

 

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È un’antipatia significativa, perché abbraccia gran parte del salotto buono di Che tempo che fa, che guarda a Grillo (e ai grillini) come a coloro che osano non accontentarsi dei riti laici dell’Italia illuminata e superiore:

Grillo incarna la “colpa” di non rispettare l’egemonia culturale degli intoccabili, che infatti lo rampognano ogni giorno (come Michele Serra, ieri autore di Grillo e ora di Fazio). Inevitabile quindi la scarsa stima dei Nanni Moretti, S e re n a Dandini, Massimo Ghini, Sabrina Ferilli , Daria Bignardi. Eccetera. Tra i detrattori c’è anche un nemico giurato di Fazio: Daniele Luttazzi. È stato lui a scrivere lucide pagine di critica su Grillo ed è stato ancora lui ad accusarlo di creatività smarrita (quando chiudeva gli spettacoli cantando blues, “per nascondere la mancanza di idee”) e – ahi – di plagio (per una battuta su Wojtyla e Parkinson).

Adesso però occhio. Dagli elenchi alle liste di proscrizione o boicottaggio il passo è breve.

Non lo amano inoltre F i o re l l o , lontanissimo per stile (e coraggio?) dai suoi attacchi frontali; e Francesco De G re go r i , che tra cuochi di Salò, appoggi a Monti e il brano La storia prestato al Monte dei Paschi di Siena sembra quasi più a destra di Fini (o D’Alema):

Nota l’antipatia di Gene Gnocchi, divenuta esplicita con le ultime amministrative a Parma: Gnocchi appoggiava il Pd, Grillo ha vinto e lo ha ridicolizzato sul blog. È probabile che adesso saranno in molti a tentare di salire sul carro (o camper). Grillo è però permaloso, vendicativo. E pare avere buona memoria. “Come la Rete”, urlerebbe lui.

Ora però occhio. Dagli elenchi alle liste di proscrizione o boicottaggio il passo è breve.

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