La bufala del terremoto in Emilia si chiama fracking

Quando si verifica un terremoto la tentazione di accusare per il disastro compagnie di estrazione di petrolio e gas, ed anche uomini d’affari e politici, è forte. E il sisma che ieri ha colpito l’Emilia non ha fatto eccezione.

FALSO ALLARME – Sul web circolano numerosi post e messaggi che indicano come principale causa del disastro il fracking, una particolare tecnica per far emergere gas e oro nero dal sottosuolo, che, però, in Italia non è mai stata utilizzata. Il fracking consiste in perforazioni idrauliche che una volta arrivate in profondità piegano e corrono parallelamente al terreno. Nei varchi creati nel sottosuolo viene pompato ad alta pressione un fluido, generalmente acqua mista alcune sostanze pericolose da smaltire. L’iniezione di acqua e composti chimici frantuma gli scisti friabili contenuti nella roccia sedimentaria e libera i gas che li contengono.

VOGLIA DI COMPLOTTO – Su Facebook tra i post più condivisi c’è un articolo del sito Stampa Libera in cui si accusa l’ex ministro dello Svilippo Economico Paolo Romani di aver autorizzato la perforazione delle trivelle texane:

La stampa serva di regime continua a depistare. Nessun giornalista degno di questo nome si occupa di Fracking e Shale gas in Emilia, nei giornali del regime mondialista italiano. Nessuno che renda conto agli italiani che da inizio anno sono stati 632 i terremoti in Italia e gli ultimi tutti in Nord Italia proprio nelle zone vocate a Shale gas interessate alla pratica del Fracking. Politici se ci siete, vedete mò di servire a qualcosa, visto che anche voi vivete in questo sciagurato paese svenduto agli interessi criminali dei mondialisti e rendete conto ai cittadini che vi pagano.

Insieme a questo pezzo ottengono visibilità pagine pubblicate nei mesi scorsi che riportano delle preoccupazioni americane e dei rischi per la pratica del fracking.

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