Quello che scappa con una 17enne e viene denunciato dalla madre

03/05/2012 di Dario Ferri

La fuitina di due innamorati friulani rifugiatisi in Spagna è finita in tribunale dopo la denuncia dei genitori della ragazza. Il fidanzatino ora deve rispondere di sottrazione consensuale di minorenne e sottrazione e trattenimento di minore all’estero.

LA FUITINA E LA DENUNCIA – Lo racconta il Messaggero Veneto in un articolo a firma di Luana de Francisco:

L’ha aiutata a fare le valigie e se l’è portata via, mano nella mano, per cominciare con lei una convivenza che entrambi avevano desiderato, ma che li avrebbe sicuramente esposti a una marea di problemi. A cominciare dalla reazione dei genitori della ragazza, all’epoca soltanto diciassettenne e residente a casa della madre, dove era rimasta dopo la separazione dal padre. Per continuare con le difficoltà economiche patite dal suo innamorato, allora trentenne e senza lavoro. E per finire con una denuncia in Questura contro il giovane e l’avvio di un procedimento giudiziario a suo carico. Procedimento approdato, ieri, in tribunale. Pesanti le ipotesi di reato che il pm Claudia Finocchiaro gli ha contestato: sottrazione consensuale di minorenne e sottrazione e trattenimento diminore all’estero. Il processo, subito rinviato all’udienza del 22 maggio, si svolgerà davanti al giudice monocratico del tribunale di Udine, Emanuele Lazzàro.

 

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I CONTRASTI FAMILIARI – La ragazza scappata all’estero con il fidanzatino viveva una difficile situazione familiare. I contrasti con i genitori erano molto forti. Continua de Francisco sul Messaggero Veneto:

Al centro della vicenda, dunque, una “fuitina” di marca friulana, con una coda in terra spagnola, dove i due si erano rifugiati per cominciare forse una nuova vita insieme. Questioni di cuore, insomma, ma non solo. Perchè, prima e dopo la fuga, gli atti parlano anche di violenze e contrasti familiari e segnalano una prima denuncia che la madre aveva sporto contro il fidanzato della figlia, per lesioni e danneggiamento. L’episodio si era verificato il giorno di Santo Stefano del 2010 e aveva segnato la rottura definitiva tra i ragazzi e la famiglia di lei. Sorpresi a fumare nella camera della figlia, la donna li aveva rimproverati, rivolgendosi a lui come a «un ubriacone» e invitandoli ad andarsene. Lui, per tutta risposta, avrebbe colpito lei e l’armadio con un pugno. Il caso si è concluso il mese scorso davanti al giudice di pace con la condannaa 200 euro di multa per il solo danneggiamento. Ed è proprio al 26 dicembre di due anni fa che il magistrato fa risalire l’inizio della sottrazione della minore.

IL DISAGIO – Per scappare via di casa la giovane aveva rinunciato alla scuola. Ora è affidata ai servizi sociali:

I due si trasferirono nell’abitazione udinese del ragazzo. Un alloggio che la madre descrisse alla polizia come «fatiscente e sporco», evidenziando anche lo «stato di disagio » nel quale il giovane, peraltro già noto alle forze dell’ordine, si trovava e raccontando di avere per questo costretto sua figlia «a elemosinare per strada». Poi, nel marzo del 2011, la seconda “fuitina”: quella verso la Spagna, dove la ragazza seguì il compagno, abbandonando anche la scuola. Fu la polizia di Barcellona, il 18 marzo, a rintracciarla e a rispedirla in Italia. Dove, su decreto del tribunale civile di Udine, la ragazza, già seguita dai servizi sociali di Udine, sarebbe poi stata collocata in una comunità veneta. Nell’udienza di ieri, la madre si è costituita parte civile con l’avvocato Francesca Todone. L’uomo è assistito invece dall’avvocato Pieraurelio Cicuttini.

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