Droga dello stupro, il racconto della ragazza violentata: «I ricordi a distanza di giorni»

19/01/2018 di Redazione

«Già sull’auto non mi sentivo per nulla in me». Poi, arrivati nella casa, «ho avuto un vuoto totale di memoria». Solo a distanza di giorni «ho cominciato a riavere sprazzi della mia permanenza dentro la casa» e «ricordo che dicevo più volte ‘Basta, basta’ ma non saprei a chi». È il terribile racconto della ragazza di 22 anni che ad aprile scorso è stata violentata dopo essere stata narcotizzata con benzodiazepine, la droga dello stupro, versata in un drink all’interno di un locale di Milano. Ieri tre persone (di 22, 29 e 48 anni) sono state arrestate per violenza sessuale. Quella sostanza nel bicchiere serviva per cancellare completamente i ricordi della giovane e costringerla, così, a subire ogni abuso.

La ragazza aveva accettato l’invito ad uscire da parte del 29enne, con il quale si era già visto diverse volte. Lui diceva di essere molto preso da lei e non voleva solo essere un amico. Quella sera del 13 aprile la giovane aveva raggiunto il locale, in via Crema, sull’auto dell’amico. A bordo c’erano anche gli altri due uomini. Durante la serata la ragazza aveva bevuto diversi drink, alcuni dei quali le erano  stati messi in mano direttamente dall’amico di 29 anni. Le telecamere hanno catturato il momento in cui versavano le benzodiazepine nella bevanda. Poco dopo lei sarebbe stata portata in un appartamento e violentata per alcune ore.

Droga dello stupro, il racconto della ragazza violentata: «Io urlavo ‘Basta’ poi il buio»

«Voglio precisare – ha raccontato la 22enne (come riporta oggi il Corriere della Sera Milano) – che sono una ragazza che regge l’alcol e già in passato mi era capitato di bere un medesimo quantitativo di alcol senza avere nessun problema… Ma già sull’auto non mi sentivo per nulla in me… Giunti in quella casa, ricordo solo che dal momento in cui sono entrata ho avuto un vuoto totale di memoria… A distanza di giorni, ho cominciato a riavere sprazzi della mia permanenza dentro la casa e ricordo, ma sempre in maniera ovattata, che dicevo ma non saprei a chi: ‘Basta basta’, ripetuto più volte. Intorno alle cinque mi sono svegliata sopra un divano, ero praticamente svestita, indossavo soltanto un top al contrario e gli slip. Preciso che la sera precedente avevo un salva slip che la mattina non c’era più… A un certo punto, Marco Coazzotti e gli altri due sono venuti a chiedermi come stavo… Io piangevo… piangevo… Loro dicevano che durante la notte avevo vomitato così tanto da farmi lavare i vestiti dalla sorella di Marco… ma io non ricordo se c’erano altre donne… Insistevo di voler andar via, mi hanno accompagnato a casa… Vicino alla mia abitazione, Marco mi ha seguito fino al portone di casa dicendomi ‘Riprenditi, mi hai fatto preoccupare’».

Dopo la violenza i tre hanno provato anche a convincere la ragazza che lei avesse assunto sostanze per sua scelta. «Sono salita in casa e mi sono gettata direttamente a letto. Saranno state le sei di mattino. Anzi, sono certa di questo orario perché Marco ha iniziato a inviarmi dei messaggi che a mio avviso servivano e servono solo per screditarmi… In quei messaggi – ha detto ancora la ragazza – lui scriveva che io sono una tossica che utilizza cocaina e che devo smetterla con quella roba… Io non ho mai preso niente… Alle dieci mi sono risvegliata, sentendomi ancora confusa e imbambolata e provando forti dolori… Ho immediatamente compreso di aver subìto rapporti sessuali senza il mio consenso… Io non so quante persone abbiano attivamente partecipato…».

(Immagine: frame da video dei Carabinieri di Milano)

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