La più grande fake news dei nazisti: Theresienstadt camp | VIDEO

28/12/2017 di Redazione

Le cosiddette fake news esistono da sempre. Oggi corrono sui social network e prima erano diffuse via radio o in programmi televisivi non proprio obiettivi. Esistono bufale grandi come una casa o meglio come una città. È il caso del Theresienstadt camp, detto anche Terezin, un campo ebraico situato in Repubblica Ceca, frutto della propaganda nazista.

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Qui, dal 1941 fino al 1945, decine di migliaia di ebrei furono imprigionati a Theresienstadt, per poi esser successivamente trasferiti in Polonia, o in altri campi di sterminio in Bielorussia o negli stati baltici.
Quando la Croce Rossa Internazionale fu invitata a ispezionare il campo nell’estate del 1944 i nazisti volevano nascondere le uccisioni di massa. I direttori del campo costrinsero i detenuti a costruire finte case, negozi e giardini per ingannare la delegazione. Una specie di villaggio Potemkin progettato però – come spiega oggi Newsweek – per il genocidio.

guarda il video:

«Nella propaganda nazista, Theresienstadt è stata cinicamente descritta come una città termale in cui anziani ebrei tedeschi potevano ritirarsi in sicurezza. Le deportazioni a Theresienstadt erano, comunque, parte della strategia di inganno nazista»,  spiegano sulla Holocaust Encyclopedia del Holocaust Memorial Museum negli Stati Uniti . «Il ghetto era in realtà un centro di raccolta per le deportazioni nei ghetti e uno smistamento verso i campi di sterminio nell’Europa orientale occupata dai nazisti».

La maggior parte dei residenti del campo erano ebrei austriaci, cechi e tedeschi che vivevano in condizioni precarie. Spesso a Theresienstadt si moriva per malattie infettive. Ci sono stati momenti in cui l’area conteneva circa 60 mila persone quando in realtà era stata costruita per ospitarne solo 7 mila.  Circa 33 mila prigionieri sono morti a Theresienstadt camp.

Nonostante l’orrore Theresienstadt  ha avuto una vivace comunità artistica e intellettuale mantenuta viva dai numerosi artisti, accademici, scrittori, musicisti e attori che sono stati deportati lì. Il campo fu liberato dalle truppe sovietiche nel 1945.

 

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