A Milano pellicce vere spacciate per sintetiche. I consigli per riconoscere i falsi

28/12/2017 di Redazione

Pellicce vere spacciate per sintetiche: è la truffa al contrario, ma capita anche questo in un’epoca in cui sempre più spesso i consumatori scelgono di evitare i capi di origine animale per questioni di etica. E così – su segnalazione dell’associazione animalista Onlus Meta – i vigili urbani di Milano hanno trovato in un negozio in zona Paolo Sarpi, la cosiddetta Chinatown di Milano, diversi capi di abbigliamento prodotti con pellicce vere spacciate per sintetiche in etichetta.

A MILANO SEQUESTRATE QUASI 9.000 PELLICCE VERE SPACCIATE PER SINTETICHE

Oltre  magazzino di stoccaggio merci, l’unità antiabusivismo della polizia locale ha perquisito anche il magazzino di stoccaggio merci del negozio, in via Bovisasca, nella periferia nord di Milano. Lì i vigili hanno trovato migliaia di capi contraffatti: sono 8.838 in totale quelli sequestrati, molti dei quali realizzati con pellicce vera spacciate per sintetiche, come accertato dalle analisi di laboratorio della Facoltà di Veterinaria di Milano. Ancora non si sa, invece, a quale animale appartenga il pelo utilizzato. In ogni caso il titolare dell’attività è stato denunciato: dovrà rispondere dei reati di contraffazione e ricettazione.

COME RICONOSCERE LE PELLICCE VERE DA QUELLE SINTETICHE

 

Come riconoscere le pellicce vere spacciate per sintetiche se si è un semplice consumatore? In un video realizzato dalla Polizia locale di Milano e pubblicato da Repubblica.it un esperto offre diversi consigli, per non cadere nelle truffe.

  1. Prova tattile. «Il pelo di origine animale è molto soffice e scorre facilmente tra le dita», spiega l’esperto della polizia locale, accarezzando la pelliccia.
  2. Analisi visiva.  Il pelo di origine animale «non ha una struttura regolare, nel senso che possiamo notare dei peli più corti e dei peli più lunghi. E i peli hanno poi una forma conica: terminano cioè in un sottilissimo filamento, che forma una punta molto sottile. È sufficiente aprirli, infine, per notare che non sono legati ad un tessuto composto da una fibra sintetica, ma ad uno strato di cuoio».
  3. La prova del fuoco. Quando si dà fuoco al pelo di origine sintetica, l’odore è quello tipico della plastica bruciata. La pelliccia, poi, ardendo, tende a formare una pallina di plastica. Quando si dà fuoco al pelo di origine animale, invece, si sente «un odore che si può associare a quello dei capelli umani o della pelle del pollo bruciati». «Soprattutto – avverte l’esperto – non si formano palline di plastica».
  4. Prova dello spillo. «Si tratta di un accertamento che il consumatore può fare direttamente in negozio: basta introdurre alla base del pelo uno spillo e si noterà che se il prodotto è sintetico, basta una leggera pressione per introdurre lo spillo. Se il prodotto è di origine animale, viceversa, bisognerà imprimere una forte pressione».
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