Così hanno ucciso il porno on line

La Federal Communications Commission, l’autorità statunitense per le telecomunicazioni, ha votato la misura sulla net neutrality, che cambierà diverse regole per i provider Internet. La neutralità della rete considera il traffico in rete come trattato allo stesso modo, senza preferenze tra chi fornisce le connessioni online. Questo concetto è stato di fatto riformato. Ciò significa che l’utente, per accedere a un sito, potrebbe aver bisogno di più banda o di pagare un contenuto on line per poter fruire di determinate piattaforme. L’eguaglianza che ha permesso a colossi come Google di poter conquistare il world wide web libero e aperto potrebbe non esistere più. Insomma, nessuna meravigliosa storia che porta la tua azienda, se sei piccolo e geniale, dal garage di casa alla Silicon Valley.

Cosa cambierà negli Stati Uniti dato che il provvedimento è nazionale? Newsweek a tal proposito ha fatto un esempio lampante. Pensiamo ai servizi streaming TV come Netflix e Hulu. I fornitori avranno la possibilità di bloccare o dissuadere le aziende che competono con le proprie offerte. Per dirla in poche parole, quelle del giornalista Robert Valencia: “Ad esempio se AT & T vuole creare una serie TV in concorrenza con uno show simile su Netflix, AT & T potrebbe rallentare il servizio di Netflix a casa tua“.

Alcuni dei contenuti più fruiti e senza grossi colossi dietro è l’industria del porno. Ci sono una miriade di siti di intrattenimento per adulti gratuiti. Pornhub, che su questo ci ha creato una era, non è di certo d’accordo con le nuove regole sulla net neutrality.

Senza neutralità le compagnie via cavo e wireless che controllano l’accesso a Internet avranno il potere ingiusto di selezionare vincitori e vinti nel mercato“, ha detto a Motherboard il vice presidente di Pornhub, Corey Price. Già, perché il dibattito statunitense sta montando in queste ore. Che fine farà il porno on line? Una serie di contenuti che sono da sempre video, che hanno bisogno di banda, che non avranno più la stessa parità d’accesso?

Al momento il porno – spiega Mashable in un articolo illuminante – costituisce una parte enorme del nostro consumo online. L’anno scorso i telespettatori di Pornhub hanno utilizzato solo 3,110 petabyte di larghezza di banda. E la gente non paga quasi nulla per questo.

Ma ora che i fornitori di servizi internet avranno la possibilità di controllare ciò a cui possiamo accedere saranno in grado di fermare il libero flusso di ciò che tutti noi vogliamo di più. Porno gratis. Ecco perché Pornhub e YouPorn si sono opposte al provvedimento. Perché questa legge potrebbe cambiare per sempre la rete e il mercato del porno on line. Non premia la genialità del web e sopratutto mina la privacy delle persone.

Il porno non scomparirà, certo, ma potrebbe costare. Non solo potrebbe esser più complicato caricare contenuti amatoriali e sopratutto i fornitori sapranno quello che stai guardando per poterti far pagare di più quello che tu più cerchi.

Ottima mossa, non c’è che dire.

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