«Viviamo una vita blindata ma sono certo che ho salvato i miei figli dal cattivo esempio»

Antonino Bartuccio vive sotto scorta da oltre tre anni. L’ex sindaco di Rizziconi ha denunciato e fatto arrestare, nel giugno 2014, esponenti della ‘Ndrangheta. Lui e la sua famiglia vivono sotto l’occhio costante delle autorità. Proprio perché Bartuccio ha fatto nomi e cognomi, denunciando il clan locale durante il suo mandato da sindaco. «Non ho fatto niente di straordinario – spiega sul palco della Leopolda – ho fatto solo il mio dovere». Poi, commosso, ha guardato la sua famiglia a due passi. «Viviamo una vita blindata, però, posso assicurarvi, con la piena consapevolezza, di aver fatto la cosa giusta e di esser stato un uomo libero. Mi consente di guardare la mia famiglia negli occhi e dirgli che gli voglio bene. Di non averli messi in pericolo. Anzi, sono certo di averli salvati dal cattivo esempio».

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«Sono certo di aver insegnato ai miei figli a non abbassare mai la testa davanti alla prepotenza e l’arroganza. Sono certo  di avergli insegnato che alla violenza non serve altra violenza e che la legalità non è una moda, da praticare quando conviene. E’ una cosa da praticare sopratutto quando si devono fare sacrifici». Bartucci ha raccontato i momenti difficili di una vita sotto scorta. Gli abitanti del paese che non acquistavano più nel negozio del padre, il giorno in cui la DDA lo ha invitato a vivere sotto copertura. «Ma io voglio rimanere nel mio paese», chiese l’ex sindaco. «Lì – aggiunge oggi – ho visto lo Stato. Mi dissero “E allora sindaco la proteggiamo nel suo paese”». Verso la fine dell’intervento spiega alcuni suoi dispiaceri. Con la voce rotta. «Quello che mi dispiace è aver portato via ai figli delle esperienze che si possono vivere solo a quell’età e non possono vivere».

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