L’abbraccio delle due studentesse americane dopo l’incidente probatorio sugli stupri di Firenze

23/11/2017 di Redazione

Le indagini sugli stupri di Firenze, commessi da due carabinieri in servizio secondo l’accusa di due giovanissime studentesse americane, negati però dai militari che hanno ammesso solo rapporti sessuali consenzienti, hanno vissuto un momento fondamentale.

STUPRI DI FIRENZE, L’INCIDENTE PROBATORIO DELLE DUE STUDENTESSE AMERICANE

Nella giornata di ieri le due ragazze di 21 a e 19 anni, T. e C. le iniziali per tutelare la loro privacy, sono tornate nel capoluogo toscano per l’incidente probatorio sulle presunte violenze sessuali subite. Come racconta il Quotidiano nazionale, l’interrogatorio condotto dal pubblico ministero Ornella Galeotti e dagli avvocati dei due carabinieri accusati, Pietro Costa e Marco Camuffo, è stato lunghissimo. Circa 12 ore, dalle ore 9 del mattino fino a quasi le 10 di sera. Una deposizione così sfiancante che alla fine le due giovani si sono abbracciate per molto tempo prima di congedarsi e tornare negli Usa. Le due studentesse sono state condotte in un’aula bunker del tribunale di Firenze, dove erano assistite dalle traduttrici che le hanno aiutate a testimoniare. Oltre a loro c’era il pubblico ministero, gli avvocati dei due carabinieri, e uno dei militari accusati, Pietro Costa, che ha voluto partecipare alla sessione di indagine in cui si l’accusa e la difesa assumono le prove prima del dibattimento. Gli avvocati avevano promesso circa 250 domande, e così è stato, rendendo durissimo l’interrogatorio. Una delle due ragazze è scoppiata in lacrime, l’altra ha avuto un malore, quando il giudice per le indagine preliminari ha posto quesiti molto duri.

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Nella loro lunga deposizione le due studentesse americane hanno confermato le loro accuse sugli stupri di Firenze, nonostante alcuni dettagli siano stati ricostruiti in modo confuso. Le due ragazze avevano bevuto molto alcol quella sera, come confermato anche dalla perizia del pm che parla di un tasso alcolemico di 2 grammi per litro. Secondo il Quotidiano Nazionale l’accusa è stata soddisfatta dall’interrogatorio delle due studentesse sugli stupri di Firenze. Un sentimento però condiviso anche dai legali di Pietro Costa e Marco Camuffo.

 

«Alla fine, l’accusa è soddisfatta. Ma le difese sperano nelle loro controindagini: «Nella memoria del telefonino c’è il numero di una delle ragazze», dice con tono di sfida l’avvocato Carta, per sostenere la tesi del consenso. E l’alcol che non poteva renderle consenzienti? «In casa ne avevano», dice ancora il legale, ipotizzando che T. e C. possano aver bevuto dopo i rapporti nell’androne. E le scuse già fatte dall’Arma? «Ma quali scuse, al massimo sono stati dei fessi a farle salire in macchina».

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