L’inno di Mameli è diventato l’inno d’Italia da oggi

Da oggi possiamo finalmente dirlo. L’inno di Mameli – o meglio Il canto degli italiani – è diventato ufficialmente l’inno della Repubblica italiana. Dopo quasi 72 anni dalla scelta del brano di Goffredo Mameli (il cui testo – è bene ricordarlo – è stato scritto da Michele Novaro) come inno nazionale provvisorio, infatti, la commissione Affari Costituzionali del Senato, in sede deliberante, ha approvato la legge che lo rende definitivo.

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INNO MAMELI LEGGE: L’ITER CHE HA PORTATO ALL’APPROVAZIONE

Così, quelle parole dal ritmo incalzante, che vengono imparate dai bambini alle scuole elementari, che vengono cantate a squarciagola dagli atleti di tutte le nazionali, che vengono proposte in ogni incontro istituzionale e solenne, trovano la loro definitiva consacrazione.

L’iter legislativo è stato piuttosto complesso: la Camera aveva dato il suo parere positivo già a luglio, mentre oggi è arrivato l’ok del Senato. Ma il processo è durato tantissimi anni, senza mai avere il giusto peso per trovare lo sbocco dell’affermazione definitiva. Innanzitutto, ci si accorse con colpevole ritardo che il provvedimento che indicava ne Il canto degli italiani l’inno nazionale era provvisorio.

INNO MAMELI LEGGE: I TENTATIVI ANDATI A VUOTO

Soltanto nel 2002, infatti, il deputato di Alleanza Nazionale Antonino Ghiglia provò a portare l’argomento all’attenzione delle camere. Fu il primo nulla di fatto di una lunga serie: altri nove tentativi, nel corso delle legislature successive, non produssero alcun risultato. A volte, il provvedimento (che sembra scontato, ma non lo è se si pensa, ad esempio, alle storiche resistenze della Lega Nord) andava a minare equilibri delicati, altre volte arrivava a fine legislatura e doveva subire le conseguenze di rotture di alleanze e della formazione di nuove.

Nel 2017, a distanza di quasi 72 anni dalla scelta del primo governo della Repubblica guidato da Alcide De Gasperi, la legge storica è stata approvata. L’Italia chiamò. E ora ha anche risposto.

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