Hong Kong ha bloccato le importazioni di polli e uova da Milano per paura dell’aviaria

30/10/2017 di Redazione

L’Autorità per la sicurezza alimentare di Hong Kong ha bloccato le importazioni di polli e uova da Milano, per paura di un contagio di aviaria. Un provvedimento precauzionale e con conseguenze immediate, dopo la scoperta, lo scorso 27 ottobre, di un focolaio di influenza in un pollaio di Cernusco sul Naviglio, un comune dell’hinterland milanese.

Ad agosto, invece, un’epidemia di aviaria aveva colpito diversi allevamenti di volatili nel Lodigiano e nel Pavese. Già allora l’allarme era risuonato nella ex colonia britannica che – ha fatto sapere un portavoce del Centro per la sicurezza alimentare (Cfs) di Hong Kong – nei primi nove mesi del 2017 ha importato circa 1.300 tonnellate di carni di pollame congelate e 12.000 uova dall’Italia. “Il Cfs ha contattato le autorità italiane in merito alla questione e monitorerà attentamente le informazioni emesse dall’Oie sull’epidemia di influenza aviaria. Appropriate azioni saranno intraprese in risposta allo sviluppo della situazione”, ha aggiunto il portavoce.

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HONG KONG HA BLOCCATO LE IMPORTAZIONI DI POLLI E UOVA DA MILANO PER UN FOCOLAIO DI AVIARIA A CERNUSCO SUL NAVIGLIO

Hong Kong ha bloccato le importazioni di polli e uova da Milano in attesa di un parere dell’Organizzazione mondiale per la salute degli animali (Oie) sui focolaio di influenza aviaria H5N8 ad alta patogenicità in Lombardia. L’Agenzia di tutela della salute (Ats) della Città Metropolitana di Milano, da parte sua, non ha lanciato alcun allarme per il focolaio di aviaria nell’allevamento di Cernusco sul Naviglio. Giovedì scorso, il Comune aveva reso noto attraverso il suo sito che l’Ats era intervenuta per un caso di aviaria su segnalazione dello stesso allevatore e aveva rassicurato sul fatto che l’epidemia era stata totalmente estinta:

L’intervento tempestivo del dipartimento veterinario ha effettivamente riscontrato la presenza del virus e, come previsto da protocollo predisposto dal Ministero della Salute in casi come questo, ha subito proceduto all’abbattimento degli animali con smaltimento degli stessi come previsto dalla normativa. Subito dopo sono state messe in atto tutte le azioni igienico-sanitarie previste in casi come questo quali la disinfezione dei luoghi in cui erano ospitati gli animali e lo smaltimento di mangimi e lettiere.
Gli uffici competenti del Comune, dopo aver ricevuto la comunicazione da parte di Ats, hanno preso contatti con i responsabili del Dipartimento Veterinario che hanno confermato la totale estinzione del focolaio.
La zona intorno a Cernusco sul Naviglio non presenta una vocazione agricola prevalente, quindi non sono stati emessi altri tipi di provvedimenti se non quelli previsti dalla normativa quali, ad esempio, un incremento dei controlli e la trasmissione della comunicazione alle aziende agricole del territorio delle prescrizioni previste dal caso.
Nel nostro Paese, dove l’uomo non vive costantemente e a strettissimo contatto con gli animali ammalati, non vi sono rischi.

Una rassicurazione, quella del Comune di Cernusco sul Naviglio, che evidentemente non è bastata all’Autorità sulla sicurezza alimentare del Paese asiatico, che nel 2013 ha dovuto affrontare una pandemia di influenza aviaria.

Immagine di copertina: archivio ANSA

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