Le squallide battute razziste sul matrimonio in chiesa tra un richiedente asilo e un’italiana | GALLERY

Loro hanno coronato il loro sogno d’amore, la rete ha emesso le solite e odiose sentenze. A Radicondoli, un comune di meno di mille abitanti in provincia di Siena, il richiedente asilo ivoriano Samu Sangele e Marina Quattrini (donna italiana con origini salvadoregne) si sono sposati in chiesa e hanno pronunciato il loro sì sotto gli occhi di don Franco Ranieri e dell’intera comunità parrocchiale del piccolo comune.

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BATTUTE RAZZISTE MATRIMONIO RICHIEDENTE ASILO, LA STORIA

La storia di Samu Sangele è quella di un uomo che, giunto in Italia, ha trovato per prima cosa il rifugio all’interno di un centro di accoglienza e che, poi, ha avuto la fortuna di incontrare la donna della sua vita. A quel punto, le ha fatto la proposta e l’ha portata all’altare. In qualsiasi universo possibile, questa storia di riscatto dal lieto fine sarebbe stata additata come un esempio positivo, anche un po’ strappalacrime e smielato.

In qualsiasi universo, appunto, tranne in quello del web italiano. La notizia, pubblicata dal quotidiano online il Piccolo di Trieste (con tanto di video che ha documentato il lieto evento) e diffusa anche sui social network, è diventata immediatamente il bersaglio di critiche, commenti e battute a sfondo razzista.

BATTUTE RAZZISTE MATRIMONIO RICHIEDENTE ASILO, LA GALLERY DEI COMMENTI PEGGIORI

In modo particolare, gli utenti del web si sono lanciati nelle solite e scontate conclusioni in base alle quali il matrimonio di Samu Sangele sarebbe esclusivamente un’unione basata su interessi personali, volta a ottenere la cittadinanza italiana e un miglior tenore di vita. Tra battute sulle «prestazioni sessuali» in cambio di documenti, moniti sulle possibili violenze a cui l’uomo di colore sottoporrà la sua sposa («abbiamo già tante bestie in Italia, perché sposarsi con un uomo di colore che ti tratterà male?») e il salviniano «ruspaaaa», la rete offre davvero il suo lato peggiore. Ecco come una bella notizia, si trasforma nel solito, quotidiano episodio di violenza verbale e di odio razziale.

FOTO di copertina da video de Il Piccolo Trieste

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