Asia Argento racconta tutto su Weinstein: «Un orco, mai avuta una relazione con lui dopo»

Voleva rimanere in silenzio dopo l’inchiesta su Harvey Weinstein del New Yorker e invece dopo i tanti, troppi attacchi subiti in Italia, Asia Argento ha deciso di parlare ancora, per raccontare gli abusi subiti, ma anche per difendersi dagli attacchi. L’attrice e regista ha rilasciato una lunghissima intervista a La Stampa, pubblicata oggi.

Dovrebbe essere un momento di sollievo: dopo vent’anni la verità è venuta a galla e «l’orco» – come Asia Argento definisce Weinstein – è stato finalmente fermato. Il suo impero si sta sgretolando, è stato abbandonato da colleghi, amici, dalla moglie e ora il produttore cinematografico è stato anche espulso dall’associazione degli Oscar. Eppure l’attrice italiana non può tirare un sospiro di sollievo, perché nello scandalo venuto a galla anche grazie alla sua testimonianza, è stata travolta anche lei. In Italia – «l’unico Paese in cui sono stata criticata» – le è stato dato addirittura della «prostituta».

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«La cosa più sconvolgente sono le accuse delle donne italiane, la criminalizzazione delle vittime delle violenze», confessa Asia Argento alla Stampa. Perché ha parlato solo ora ed è stata in silenzio per vent’anni: «Non sono l’unica che ha deciso di parlare adesso. Hanno parlato tutte ora. Perché Harvey Weinstein era il terzo uomo più potente di Hollywood. Ora è diventato il duecentesimo e il suo potere e la sua influenza si sono sensibilmente ridotti», spiega l’attrice e regista. La motivazione però è anche un’altra: a poco più che vent’anni non avrebbe retto agli attacchi – che allora sarebbero stati forse ancor più spietati – che sta subendo ora: «Se avessi detto vent’anni fa quello che ho detto oggi, probabilmente non mi sarei più ripresa. Sarei caduta in depressione. E sarebbe stato addirittura peggio di quello che poi mi è successo. Mi creda: dopo quel giorno, non sono più stata la stessa persona». E non è ipocrita: «E poi sì, era per la mia carriera! Un tempo io ci tenevo tantissimo alla mia carriera. Ero giovane e anche io avevo i miei sogni. Non volevo niente da Weinstein, ma non volevo nemmeno che mi distruggesse».

ASIA ARGENTO: «WEINSTEIN MI HA MANGIATO, UN ORCO IN MEZZO ALLE GAMBE»

Il racconto di Asia Argento sull’abuso subito da Harvey Weinstein non lascia spazio a fraintendimenti: «Io mi sono opposta dieci, cento, mille volte a Hervey Weinstein. Mi ha mangiata. Un orco in mezzo alle gambe è un trauma. Io ero una ragazzina. Questa è una cosa che ricordo ancora oggi. Una visione che mi perseguita. Non c’è bisogno di legare le donne, come dice qualcuno, perché ci sia violenza».

In questi giorni è uscita la notizia che Asia Argento, dopo l’abuso, abbia avuto una relazione di cinque anni con Weinstein. L’attrice smentisce del tutto questa cosa – «un’assurda falsità, una bugia orrenda» – raccontando invece di come il re di Hollywood l’abbia perseguitata per anni, inseguendola negli alberghi, contattandola al telefono, supplicandola piangendo come un bambino. «Tantissime volte sono riuscita a scappare e a evitarlo. Ero con amiche e lui riusciva a entrare negli alberghi e a trovarmi. Una notte, ricordo, venne a bussare alla porta della mia stanza e io ebbi paura».

LA TESTIMONIANZA DI ASIA ARGENTO SU WEINSTEIN FONDAMENTALE PER L’INCHIESTA DEL NEW YORKER

Non lo ha denunciato, ma Asia Argento ha raccontato quel che ha subito da Harvey Weinstein a tantissime persone: «ad amici attori, produttori, giornalisti; l’ho detto anche ad amici che non lavoravano in questo ambiente. Ma nessuno ha fatto niente. Per me, certo, ma anche per tutte le altre donne». Poi la telefonata di Roman Farrow, del New Yorker: «Ho iniziato a raccontargli la mia storia ma solo in via confidenziale e anonima. Sono stata la prima a farlo. Non ce la facevo più. Dopo aver raccontato la mia storia, ho detto a Roman di dirlo anche alle altre attrici e modelle, e di specificare che avevo deciso di acconsentire alla pubblicazione del mio nome. Il giorno dopo Farrow mi ha richiamato dicendomi che anche altre donne, spinte dal mio racconto, avevano deciso di farsi avanti. E questo mi sembra importante. Prima non ci era stata data nessuna possibilità. C’era un’omertà assoluta su quest’uomo. Appena ho potuto, appena ci è stata data l’opportunità, tutte noi abbiamo denunciato».

Foto copertina: Dpa da archivio Ansa. Credit: Hubert Boesl

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