Asia Argento e lo scandalo Weinstein, Renato Farina e Libero parlano di «prostituzione»

Considerare quella delle violenze sessuali del produttore cinematografico Harvey Weinstein, denunciate da diverse attrici, solo una vicenda di scambio di favori è estremamente sbagliato, ingiusto, offensivo per le vittime. Probabilmente non è così per il quotidiano Libero che oggi a chiare lettere fa sapere di considerare quei rapporti un semplice, normale, «metodo di selezione del cast femminile». Il giornale di Vittorio Feltri parla in prima pagina di «lacrimucce delle star», di attrici che «prima la danno via poi frignano e fingono di pentirsi», e spiega che «cedere alle avances del boss per fare carriera è prostituzione non stupro». Sì, proprio così: «Prostituzione». Lo stesso sostantivo utilizzato anche dal giornalista Renato Farina nell’articolo in cui vengono messe «sullo stesso piano» le star e il loro capo malato di sesso.

 

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SCANDALO WEINSTEIN, SU LIBERO SI PARLA DI «FAVORI» E «PROSTITUZIONE»

«Ora Weinstein – è il ragionamento di Farina su Libero – dice di essere stato abbandonato da tutti. Troverà finalmente pace alle sue scalmane in piaceri solitari? Figurarsi. Finché ha denaro, e ne ha tanto, ci sarà la fila. Non è una cattiveria sulle donne, ma la constatazione di com’è fatta la natura umana. È attratta dal miele del potere e del contante. È un gioco triste, ma qui non s’inventa niente. La storia che la prostituzione sia il mestiere più antico del mondo è stantia e falsa, dicono gli antropologi: prima ci furono la caccia, la pesca, la raccolta dei frutti, specie delle mele. Ovvio. Ci doveva essere per forza una merce da scambiare».

 

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(Immagine: screenshot da Libero)

 

Insomma, solo interessi personali da una parte e dall’altra. Si legge ancora su Libero: «E siamo a Wenstein. Indifendibile, come ha detto George Clooney. Ma perché allora sarebbero difendibili le donne che hanno accettato il prezzo dello scambio? Perché lui era ricco, forte, e loro deboli e sole? Non diciamo sciocchezze. Il produttore della filibusta aveva un contratto che esse desideravano. Quale prezzo erano disposte a offrire? Al prezzo che Enzo Biagi definiva ‘la fortuna su cui le belle donne sono sedute’… Non si giudicano le coscienze. Forse Gwyneth Paltrow era convinta che avrebbe salvato il mondo con i suoi film da sventolona, e per questo compito immane ha accettato il sacrificio. Forse». Guai a parlare di abusi.

(Immagine di copertina: screenshot da Libero)

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