I carabinieri in Lunigiana che minacciavano gli immigrati

08/10/2017 di Redazione

La procura di Massa sta chiudendo le indagini nei confronti di 37 carabinieri. Per uno dei militari accusati di abusi compiuti nelle caserme di Aulla e Licciana Nardi (Massa Carrara) in Lunigiana, c’è anche la contestazione del maltrattamento della moglie.

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Dalle carte dell’inchiesta emergono anche turni di lavoro e ore di servizio mai fatte per diversi agenti. Ma c’è di peggio. Le intercettazioni, riportate da Il Corriere della Sera, mostrano brutte intenzioni nei confronti di cittadini extracomunitari:

Ciò che ritenevano giusto per gli extracomunitari con i quali avevano a che fare lo rivelerebbero le intercettazioni che emergono dall’atto di conclusione indagini: «Basterebbe prenderli e invece di portarli in caserma farli sparire, come fanno i cinesi, un solo colpo alla nuca, nella fossa, calce, tappi tutto ed è l’unico modo per levarli di mezzo», dice uno dei militari intercettati. Intercettazioni ambientali e nelle auto di servizio che avrebbero fotografato un modus operandi di alcuni dei militari indagati a vario titolo per lesioni, abuso d’ufficio, falso e anche per un episodio di abuso sessuale. «Capiscono solo le legnate», dicevano tra di loro e non mancavano di minacciare gli stranieri fermati per i controlli: «Ti stacco la testa se ti rivedo», «Ti butto nel fiume», fino ad obbligare un cittadino marocchino, parcheggiatore abusivo in un supermarket, a lasciare Aulla per Sarzana, perché spesso picchiato a calci e pugni.

Le accuse più gravi si riferiscono a lesioni e contusioni multiple per aver sbattuto la testa di un extracomunitario contro il citofono della caserma, a colpi di manganello sulle mani appoggiate alle portiere delle auto durante i controlli fino a scariche elettriche prodotte da due storditori per costringere uno spacciatore a rivelare dove tenesse la droga e a sevizie sessuali ad un giovane marocchino. Ma non mancavano i dispetti: le gomme della bici tagliate ad un ambulante per impedirgli di tornare a casa, o le ruote di un’auto bucate perché il veicolo era senza assicurazione. Atti compiuti come se fossero legittimati dalla divisa, secondo la Procura, con l’unica finalità «di discriminazione e odio razziale». Abusi che qualcuno tentò anche di denunciare, come un marocchino 50enne che andò nella caserma di Aulla perché lo avevano minacciato nel corso di una perquisizione secondo lui senza motivo: chiese di parlare con il comandante, ma fu allontanato in malo modo.

(in copertina foto di repertorio. ANSA / Foto Mimmo Trovato)

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