L’identikit dell’uomo che ha parcheggiato la Ferrari nel posto disabili di via Montenapoleone

21/09/2017 di Redazione

Domenica pomeriggio ha parcheggiato la sua Ferrari «FF coupé» blu tra due posti riservati ai disabili in via Montenapoleone a Milano, il cuore pulsante del quadrilatero della moda. Quando il padre di un ragazzino gli ha chiesto di spostarla di qualche metro, per poter aprire il bagagliaio e scaricare la sedia a rotelle del figlio, l’imprenditore sbruffone è andato su tutte le furie: ha insultato e spintonato l’uomo, prima di andarsene all’arrivo delle forze dell’ordine, che dalla targa (svizzera) sono riuscite a risalire a lui.

Guido M., imprenditore di 59 anni, è il proprietario della Ferrari blu parcheggiata nel posto disabili di via Montenapoleone. Dalle ricerche condotte dal Corriere della Sera, si scopre che l’imprenditore maleducato e impudente – «Io me ne frego di te e della polizia. La vostra è tutta invidia» avrebbe urlato al padre del ragazzino disabile – ha un bel curriculum criminale: lesioni personali, minacce, percosse, oltraggio a pubblico ufficiale, una violenta aggressione contro un vicino. La patente italiana gli era stata sospesa a tempo indeterminato e il porto d’armi revocato.

E mentre collezionava questa lista di azioni poco virtuose – per usare un eufemismo – l’imprenditore cafone sui suoi profili social ostentava la sua ricchezza: vacanze in barca, auto di lusso, in primis la Ferrari blu che ha parcheggiato domenica nel posto disabili di via Montenapoleone. La foto della «FF coupé» era la sua immagine profilo su Facebook fino a lunedì – rivela il Corriere della Sera – quando è stata sostituita con uno scatto di Guido M. con un caschetto da operaio nel cantiere di un maxi tunnel.

GLI AFFARI DELL’IMPRENDITORE CHE HA PARCHEGGIATO LA FERRARI NEL POSTO DISABILI DI VIA MONTENAPOLEONE

Ponti e tunnel in giro per il mondo sarebbero il business dell’imprenditore, residente in Svizzera, ma originario di Paderno Dugnano, nell’hinterland milanese, dove ha sede la sua società. Il Corriere della Sera ha indagato sugli affari del proprietario della Ferrari parcheggiata nel posto disabili di via Montenapoleone, attraverso atti societari e notarili disponibili in banche dati pubbliche di Svizzera e Lussemburgo. Ne emerge una rete complessa, con diramazioni nei più famosi paradisi fiscali del mondo e una comparizione addirittura nei Panama papers, l’archivio dello studio panamense «Mossack Fonseca» che nel 2015 ha scoperchiato una montagna di patrimoni sommersi, evasi al fisco di mezzo pianeta.

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La ricostruzione del quotidiano parte da un condominio in zona Dergano, alla periferia di Milano. Nel 2016 tre appartamenti di quello stabile e tre box in zona sono stati «conferiti» a una società anonima con sede in Lussemburgo. «Immobili per un valore complessivo intorno ai 600 mila euro, che finiscono dentro una «cassaforte» immobiliare blindata, tipico modello di protezione della ricchezza offshore», spiega il Corriere, che dalla traccia nel Gran Ducato prosegue per svelare gli affari dell’uomo che ha parcheggiato la Ferrari nel posto per disabili di via Montenapoleone, insultando e aggredendo poi il padre di un ragazzino che gli chiedeva di spostarla di qualche metro.

Quei tre appartamenti vicino piazza Dergano sono «beni di famiglia» che la moglie dell’imprenditore deposita nel «forziere» immobiliare lussemburghese: la società anonima «Ford Rsa». Poco prima di quel «conferimento», a gennaio 2016, la stessa società aveva cambiato amministratori, con l’inserimento della stessa moglie e della figlia di Guido M. Gli appartamenti di Milano non sono però gli unici immobili a finire nella pancia della società lussemburghese: perché anche la figlia, nella stessa assemblea, trasferisce la proprietà di un capannone industriale di Paderno Dugnano, 800 metri quadri, per un valore che supera i 300 mila euro.

Il sito della società nell’hinterland milanese, sul quale Guido M. si qualifica come ingegnere e chief executive officer, mostra decine di progetti per la costruzione di ponti e tunnel in giro per il mondo, dall’Italia alla Francia, da Dubai alla Malesia, alla Corea del Sud. E tra i clienti vanta colossi multinazionali come Snamprogetti (Eni), Salini costruttori Spa, Samsung, ThyssenKrupp, Hyundai construction, Leighton Asia. La società di Paderno è una Srl, che ha però nome o oggetto identici a una società anonima svizzera, con sede a Lugano. I due figli dell’imprenditore sono nel board. I loro nomi compaiono poi anche in una società con sede a Chiasso; mentre quello del padre (residente a Lugano) in altre due aziende nelle stesse città. La natura giuridica è sempre la stessa: «Società anonima». Ma i «rimbalzi» in giro per il mondo non finiscono qui.

Perchè il nome dell’azienda con sede a Paderno, uguale a quello della società svizzera, che si fa «custodire» il capannone in Lussemburgo, ricompare con la sola diversa dizione International limited nelle Isole vergini britanniche: quest’ultima società, col nome di Guido M., è annoverata nei «Panama papers», il mastodontico archivio dello studio panamense «Mossack Fonseca» divulgato nel 2015.

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