Il Giornale attacca Rula Jebreal dopo lo scontro con Nicola Porro a Piazzapulita: «Una Boldrini araba»

16/09/2017 di Redazione

Rula Jebreal è stata attaccata in modo violento dal Giornale dopo il suo scontro in TV con Nicola Porro, conduttore e vicedirettore della testata guidata da Alessandro Sallusti. L’acceso confronto tra i due giornalisti a Piazzapulita ha generato una diffusa attenzione sui media italiani, ma il Giornale ha pensato bene di trattarlo quasi come se dovesse vendicarsi. In modo piuttosto simile ai pesanti attacchi subiti da Christian Raimo dopo i suoi scontri televisivi con Alessandro Sallusti. Sul Giornale di oggi Rula Jebreal è stata definita «una Boldrini araba», con un raro sfoggio di fantasia. La presidente della Camera dei Deputati è l’ossessione della stampa di destra, così tanto che anche una giornalista viene paragonata a lei solo per il significato del suo nome.

 

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Come scrive Paolo Bracalini sul Giornale di oggi, Rula Jebreal è «una Boldrini mediorientale, già nel nome («Rula è il nome di una tribù beduina dove comandavano le donne» spiegò). Come analista politica non è che ci prenda molto, del resto è diplomata in fisioterapia. Era convinta che avrebbe vinto la Clinton, purtroppo ha vinto Trump, che ovviamente «ha le stesse idee di Hitler». Scoperta che dobbiamo a Gad Lerner, che la lanciò a La7, e poi a Santoro, che la rilanciò in Rai perché in quel momento gli faceva comodo una valletta araba. Fu proprio lì che uno degli ospiti – per giunta uomo bianco – si fece scappare, in un fuorionda, un micidiale «è una gnocca senza testa». Un altro sessista, razzista e nazista». Il Giornale si appella all’Ordine dei giornalisti perché sanzioni Rula Jebreal per le pubblicità che fa per le borse Carpisa, spiegando poi che le regole per lei non valgano visto che non è iscritta agli albi professionali italiani. Ovviamente non poteva mancare la difesa d’ufficio di Nicola Porro, attraverso la critica al copione recitato da Jebreal contro di lui a Piazzapulita.

Ultimo dei suoi show, a Piazza Pulita con Nicola Porro, a cui ha rinfacciato l’aggravante di essere un «uomo bianco» («Non fare così col dito perché questa si chiama violenza!», «Sei un uomo bianco che urla addosso a una donna come me!»), ma è un copione consolidato che si ripete: alla minima difficoltà, scatta il vittimismo, con tutto l’armamentario basic del progressismo chic. Accade a tutte le latitudini. Negli Usa, dove viene invitata come «esperta di mondo arabo» anche perché più telegenica della media degli analisti, è riuscita ad aggredire il comico e conduttore Bill Maher con la solita tecnica (dissenti, sei nazista), accusandolo di essere un estremista per aver detto che nei paesi musulmani non c’è libertà. «Fai confusione tra islam e Isis, questo è offensivo, così non è un dibattito serio sull’islam» si è irrigidita la Jebreal. «Scusa, ma ogni volta che dico qualcosa che non ti piace, dici che non è una conversazione seria. Tu vorresti che dicessi esattamente quello che pensi tu, ma non funziona così» l’ha fulminata l’anchorman della Hbo, tra gli applausi del pubblico. Sempre su La7 invece, nell’indifferenza generale vista l’immunità di cui gode (se la interrompi, sei razzista), ha sostanzialmente dato del vecchio trombone a Ernesto Galli della Loggia, visibilmente imbarazzato dalla situazione: «Cosa mi importa di quello che dice lei che non parla nemmeno arabo e non ha visitato quelle zone! Lei sta al Corriere a scrivere due cose, ma non conosce la realtà!» ha urlato al malcapitato professore di politologia, premettendo che lo rispettava solo «per l’età e i capelli bianchi». Un’aggressione in piena regola, ma a Rula tutto è permesso (sennò sei sessista).

 

Foto copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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