Nella grillina Porto Empedocle non vogliono i migranti. «Allontanano i turisti»

10/09/2017 di Redazione

Niente accoglienza. A Porto Empedocle i migranti non sono graditi. Per la precisione 44 minorenni. Riporta la Stampa:

Il commissario Montalbano è immobile, scolpito nella statua di bronzo sul corso principale del paese. Ma sembra alzare un sopracciglio mentre un centinaio tra commercianti e politici della sua Vigàta gli sfilano davanti per protestare contro «il proliferare indiscriminato dei centri di accoglienza per migranti». L’invasione: 44 minorenni – 44 in una cittadina di quasi 17 mila abitanti – approdati sui barconi senza genitori e accolti in una brutta palazzina per venti giorni, prima che la protesta della sindaca grillina Ida Carmina, prontamente spalleggiata dagli uomini di Salvini, non portasse il prefetto a chiudere provvisoriamente la struttura per inadeguatezza dell’impianto antincendio. E adesso eccola qui la sindaca, assieme ai rappresentanti del centrodestra, marciare al fianco dei commercianti del comitato “Marina libera” che hanno abbassato le saracinesche per poi muoversi dal corso principale fino al piccolo centro ormai vuoto e sbarrato e concludere con un sit-in davanti al municipio. «Non siamo razzisti, ma i migranti lontano da qui, e soprattutto lontani dal centro, perché danneggiano il turismo e il commercio».

LEGGI ANCHE > DI MAIO: «I LAGER PER MIGRANTI? IL GOVERNO CI DICA SE STIAMO PAGANDO I CRIMINALI LIBICI» | VIDEO

Altro che Vigàta. E Camilleri? Non parla. I suoi assistenti – spiega il quotidiano – dicono che sui fatti di cronaca non vuole intervenire.

«Non siamo razzisti», incalza la sindaca, che aggiusta il tiro rispetto al documento approvato qualche settimana fa dal suo Consiglio comunale e in cui si chiedeva che i centri di accoglienza venissero aperti lontano da piazze, giardini e soprattutto dalle scuole. «Una formulazione infelice», dice ora. Tra il prima e il dopo c’è stato l’intervento della diocesi di Agrigento. Ribadito ieri dal direttore dei Beni ecclesiastici Giuseppe Pontillo, impegnato nella Valle dei Tempi a parlare di un documento prezioso custodito nella Cattedrale della città: un’epigrafe araba del 997 dopo Cristo in cui un musulmano approdato a Linosa mette la sua impronta e la sua firma. «Un migrante che vuole lasciare il suo segno, trovare la sua strada – racconta – come gli uomini le donne e i bambini che arrivano adesso. Addolora sapere cosa sta accadendo a pochi chilometri da qui».

(In copertina la sindaca che sostiene l’umore dei cittadini scesi in piazza. Fonte FB pagina ufficiale)

 

Share this article