Giornata mondiale dei lavoratori dei fast food: manifestazioni e scioperi per maggiori diritti

Dall’Indonesia al Regno Unito, i lavoratori dei fast food di tutto il mondo si sono uniti, per chiedere più diritti. Si celebra oggi la Giornata mondiale dei lavoratori dei fast food, inaugurata nel 2014 dalla IUF, l’Associazione internazionale dei sindacati dei settori ristorazione, alberghi, catering e agricoltura. I dipendenti delle grandi catene della ristorazione veloce e low cost sono tra i meno tutelati al mondo: in alcuni paesi hanno addirittura “contratti a zero ore”, che tradotto significa che se un mese l’azienda non ha bisogno di loro, li tiene a casa, senza pagargli nulla. Alle loro spalle multinazionali così potenti, da annientare l’impatto delle forze sindacali. È per questo che la IUF ha istituito la Giornata mondiale dei lavoratori dei fast food, per dare forza e supportare le lotte dei sindacati che vi aderiscono, come l’italiana Filcams Cgil. Le iniziative in giro per il mondo sono diverse: scioperi, flash mob e attività di volantinaggio.

GIORNATA MONDIALE DEI LAVORATORI DEI FAST FOOD, IN GRAN BRETAGNA IL PRIMO SCIOPERO DEI DIPENDENTI DI MCDONALD’S

La lotta dei lavoratori dei fast food ha già raggiunto obiettivi importanti: in Gran Bretagna recentemente una lunga campagna del sindacato BFAWU contro i “contratti a zero ore” ha portato McDonald’s a stipulare contratti fissi con un numero minimo di ore garantite. Nel Regno Unito oggi è la prima volta che i dipendenti della famosa multinazionale degli hamburger incrociano le braccia. Per McDonald’s è una novità assoluta: a scioperare sono stati 40 lavoratori in due ristoranti, uno a Cambridge, l’altro a Crayford. Tra i motivi della protesta, anche forme di molestie sul lavoro, anche se al centro restano i contratti “a zero ore” e i salari bassi.

Lo sciopero è sostenuto dal sindacato della ristorazine BFAWU e dal Partito laburista guidato da Jeremy Corbyn. Per McDonald’s i numeri delle persone che hanno aderito alla protesta sono falsi: l’azienda attraverso un suo portavoce ha sostenuto che a incrociare le braccia sono stati solo 14 dipendenti, pochissimi rispetto agli 85mila impiegati in Gran Bretagna. Sarà, ma senza le proteste degli ultimi mesi i lavoratori dei fast food non avrebbero ottenuto gli aumenti salariali, sbandierati oggi dalla multinazionale: un +15% della retribuzione oraria rispetto dall’aprile 2016.

OGGI È LA GIORNATA MONDIALE DEI LAVORATORI DEI FAST FOOD

I motivi della protesta dei lavoratori dei fast food si assomigliano a tutte le latidutini: in Germania il sindacato Ngg protesta oggi per una giusta remunerazione dei dipendenti delle catene alimentari. Negli Stati Uniti la lotta nazionale oggi è al grido “FightFor15”, cioè la garanzia di 15 dollari orari. In Nuova Zelanda, Unite Union può festeggiare: ha ottenuto un aumento sul salario minimo orario. In Indonesia, l’Fspm è impegnato per il rispetto dei diritti fondamentali del lavoratori dei fast food locali. L’impegno della Iuf – oltre a supportare e coordinare le battaglie dei sindacati nazionali – è anche quello di creare associazioni a difesa dei lavoratori in quei Paesi non non esistono e dove le aziende hanno quindi ancor più mano libera nella gestione unilaterale dei contratti.

I LAVORATORI DEI FAST FOOD IN ITALIA

E in Italia, qual è la situazione dei lavoratori dei fast food? «Il contratto collettivo nazionale è scaduto da più di quattro anni e Fipe Confcommercio, fino a oggi, ha sempre vincolato l’eventuale raggiungimento di un accordo a un netto taglio del costo del lavoro da ottenere peggiorando le condizioni normative e salariali di quel milione di addetti che operano nel settore della ristorazione», denuncia la Filcams Cgil.

Foto copertina: ANSA / CIRO FUSCO

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